Pur essendo bellissimo questo è il piatto che ci è piaciuto di meno, l’animella poco croccante e un pò coperta dalla salsa alle castagne. Difficile dire quale è stato il migliore in una serie indubbiamente divertente ed interessante di assaggi. A gran ritmo, nonostante il ristorante pieno (il che dimostra un’ottima organizzazione in brigata), i piatti non stancano per varietà, presentazione e gusto. Colpisce l’allegria che i piatti trasmettono (ed è un ottimo segnale), la ricerca del trompe d’oeil non solo per l’effetto, ma anche per l’idea di giocosità che porta con sè.
Pur essendo bellissimo questo è il piatto che ci è piaciuto di meno, l’animella poco croccante e un pò coperta dalla salsa alle castagne. Difficile dire quale è stato il migliore in una serie indubbiamente divertente ed interessante di assaggi. A gran ritmo, nonostante il ristorante pieno (il che dimostra un’ottima organizzazione in brigata), i piatti non stancano per varietà, presentazione e gusto. Colpisce l’allegria che i piatti trasmettono (ed è un ottimo segnale), la ricerca del trompe d’oeil non solo per l’effetto, ma anche per l’idea di giocosità che porta con sè. Ma oltre la forma c’è anche la sostanza in questo chef Matias Perdomo venuto da lontano (Uruguay), praticamente autodidatta (salvo una breve ma significativa esperienza dai fratelli Roca), che si muove con estro costante, poche cadute (il baccalà) e notevole mano anche sui primi. Ma se il Pont de Ferr è gradevole i meriti vanno anche alla titolare storica, che da oltre 25 anni è alla guida: Maida Mercuri che ha avuto l’occhio giusto a prendere Matias allora giovanissimo e che ha ben curato il servizio e la cantina. Il locale mostra oggi le rughe del tempo, ma l’anno prossimo sarà sottoposto ad un totale rinnovo. Ultimo plauso all’apertura, è sempre aperto, e questo è un altro importante servizio per l’affezionata clientela.