Umberto Montano con tenacia e pazienza sta portando avanti (e non è facile con la pandemia di mezzo) il suo disegno: Un Mercato Centrale nei punti chiave delle grandi città. Il Mercato è sempre stato il punto di ritrovo e riunione di ogni popolazione. Da tempo quelli comunali sono in declino perchè ormai è il consumo in loco la scelta obbligata e non quella della spesa che si farà sempre di più senza muoversi da casa. Eccoci a scoprire le meraviglie del nuovo Mercato Centrale a Milano, adiacente al binario 1 e poco meno lungo. Due strati di attrazioni gastronomiche: i fiori della Piccinni, le empanadas di Perdomo, il pane di Longoni, gli ottimi dolci della Martesana della famiglia Santoro, le buoni carni di Savigni (e sopra quelle di Bastianich), e ancora vini e birre in ogni dove. L’unica difficoltà è che per menù completo (un pesce, la carne, il pane, il dolce, il vino e il caffè) ti devi alzare sei volte, o meglio trovi qualcuno come Francesca Martire che ci ha simpaticamente servito al tavolo. L’alternativa comoda c’è: il ristorante classico, ma è un pò in fondo e defilato. Tra le mille e una proposta c’è anche una chicca: la pasticceria di pesce di Jérémie Depruneaux. Abbiamo ad esempio assaggiato il Cannolo siciliano con crema di ricciola e liquirizia , mandorle, pistacchi salicorniq e limone candito; la Tartelletta di anguilla affumicata con pepe di Sichuan e ribes; il Macaron con crema di gamberi al grand marnier con arancia. I primi due una curiosità, l’ultimo (il Macaron) decisamente buono. Comunque c’è venuta la curiosità di provare il suo fish bar al centro.
Matias Perdomo
Stavolta la novità grossa c’è, anzi forse due. La positiva è il nuovo 3 stelle, Norbert Niederkofler del St Hubertus, nessun commento se non positivo per la qualità, spessore anche etico del personaggio. Curiosità, con la vicinissima Siriola (seconda stella) San Cassiano diventa la frazione (500 anime) più stellata al mondo. E a proposito di Siriola, ci complimentiamo con Matteo Metullio, a suo tempo vincitore di Emergente Chef, arrivato al traguardo della seconda stella. Altri emergenti che ce l’hanno fatta quest’anno: Francesco Brutto, Davide Pezzuto, Adriano Baldassarre e appunto Alessio Longhini, che, coincidenza, è anche per la guida Touring Giovane Chef dell’Anno, o meglio Top Domani nel nostro lessico.
La nota negativa? ovviamente chi ha perso la stella, soprattutto i due che sono passati da due a una, due chef famosi come Claudio Sadler e Carlo Cracco. Il primo l’ha presa un pò male, è un grande professionista e vedremo come sarà la sua reazione sul campo. Il secondo è alla prese con un grande progetto (anzi due) e la risposta sarà ancora più visibile.
Conoscevamo i due chef, ma non il locale. E devo dire che il Contraste passa inosservato solo a chi passeggia in via Meda, poi quando si entra è un altro mondo: un bel giardino, un’entrata con una scultura ad effetto e un piacevole salotto di casa signorile dove signorilmente si viene accolti. Un bel locale con una cucina altrettanto intrigante, nell’occasione rinforzata a 4 mani dalla presenza di Josean Alija, amico di Matias Perdomo. Tra i due è un contraste bello da vedere e da seguire, una serie di assaggi senza cadute che spaziano con mano precisa in tutte le direzioni. E’ un bel godere, poi certo qualcuno ci convince di più (l’ostrica, l’acciuga, il rognone). Alcuni sono bellissimi ma un pò troppo mandorlati: gli spinaci, i carciofi, il pilpil; ma nel complesso questo viaggio da Milano a Bilbao è una bella sequenza tutta da vivere. Cucina anche a 4 piedi (era così presentata) ed in effetti la brigata di sala ha un bel da fare nel sostituire posate bicchieri e vini nel corso delle 14 portate del menù, una corsa che merita l’applauso, mentre l’unica cosa che ci ha lasciato un pò perplessi è la sequenza degli abbinamenti dei vini, a parte la sicurezza del Ruinart iniziale.
Pur essendo bellissimo questo è il piatto che ci è piaciuto di meno, l’animella poco croccante e un pò coperta dalla salsa alle castagne. Difficile dire quale è stato il migliore in una serie indubbiamente divertente ed interessante di assaggi. A gran ritmo, nonostante il ristorante pieno (il che dimostra un’ottima organizzazione in brigata), i piatti non stancano per varietà, presentazione e gusto. Colpisce l’allegria che i piatti trasmettono (ed è un ottimo segnale), la ricerca del trompe d’oeil non solo per l’effetto, ma anche per l’idea di giocosità che porta con sè.
Ieri è stata a Vico la giornata degli chef emergenti. Una parata di tanti giovani (e meno giovani) cuochi provenienti un pò da tutta Italia. Siamo al B ikini, proprio sulla spiaggia, ed è un bel vivere! Con allegria si parla si brinda e ci si gode il tramonto.