Era da tanto tempo che volevamo passare al panificio Longoni, così giorni fa, trovandoci nelle vicinanze di Porta Romana ce lo siamo ricordati. Forse erano tante le aspettative e un pò di delusione c’è stata. Il locale è decisamente bruttino, specie all’esterno, e, salvo il pane, le alternative non sono poi tante: pizza buona, ma nella media, e il croissant (o meglio la brioche, visto che del croissant ha poco) anche questo non brilla. Abbiamo preso due tipologie di pane. Il pane del sud, buono ma ce l’aspettavamo più acido, e quello ai cereali, per giunta aperto dopo una settimana, che si è rivelato ottimo. Ultima annotazione: ci avevano detto che il personale era scortese, ed invece con noi è stato gentilissimo.
Prodotti&Vini
Claudia ed Alberto Carretti ci hanno accolto con semplicità, ma tanta attenzione. Lui è un esperto enologo, ma l’avevamo conosciuto anni fa più per il parmigiano ed il culatello (altre sue passioni). Lo visitiamo per la prima volta a casa sua, e che casa! Una dimora nobile, con belle sale interne e intorno una vigna che negli ultimi anni sta decisamente crescendo sotto la guida attenta di Alberto. Tante sono le etichette e l’assaggio di alcune di queste ci conferma il percorso di qualità, per altro anche originale, che Alberto sta seguendo, impostando il lavoro in modo minuzioso ed attento ai dettagli che fanno la differenza. E non è solo vino: la colazione al mattino è un esempio con il buon pane fatto in casa, lo yogurt e le torte, è venendo al salato, quando si parla di salumi Alberto non sbaglia mai. Podere Pradarolo è un bell’esempio di ospitalità.
Accogliente è dire poco, Lorenza non voleva quasi venir via: Borgo San Daniele è cantina, ma anche ospitalità, senza confine certo. Convivono che meglio non si può in una situazione così gradevole che sembra di stare a casa. La cura dei dettagli fa la differenza, l’eleganza delle soluzioni scelte per gli oggetti e gli arredi ti circonda e la colazione al mattino basterebbe fino a sera. Venendo ai vini ritroviamo una gamma completa dei vini friulani con un ottimo rapporto prezzo qualità sia per i vini più correnti che per quelli più esclusivi, compreso anche il pignolo in genere molto costoso e qui comunque avvicinabile. Abbiamo anche pasteggiato volentieri con la linea base vigna Jiasik, ed infine una citazione per i due vermouth, il bianco più vicino alla tipologia classica, il rosso molto più particolare che ci ha colpito. Infine grazie ancora ai due fratelli e in particolare ad Alessandra che ci ha veramente “coccolati”.
Non eravamo mai stati su queste colline vicentine e quindi è una bella sorpresa vederne la bellezza e la potenzialità. L’occasione è la nuova cantina di Monte di Livio (dedicata dalla famiglia a Livio Segnafreddo) e portata avanti con grande coraggio dai figli e dalla moglie. E’ Gloria, brillante e volitiva, ad accogliere gli invitati, tra i quali le numerose autorità presenti, il Sindaco, il Parroco, il Presidente della Camcom di Vicenza ed altri (istituzioni ed operatori). E non è una presentazione qualsiasi, ma si parla di Vino e Ristorazione prendendo spunto da un sondaggio effettuato da Wine Meridien di Lavinia Furlani e Fabio Piccoli, con la collaborazione di Witaly. Ed è proprio Fabio Piccoli a commentare con il sottoscritto i dati raccolti, che danno un quadro aggiornato della situazione post covid e offrono lo spunto per numerose precisazioni. Finale con un brindisi nel bel dehor circostante la cantina con bella vista sulle vigne.
Abbiamo sostenuto già due anni fa al Wine Festival di Merano, la validità e sostenibilità dei vini PIWI, vini prodotti da vitigni resistenti alle malattie fungine. Da allora sono cresciuti i produttori e le bottiglie e la nicchia è sicuramente sempre più interessante e non più solo un capriccio di pochi. Giovedì 17 settembre si terrà una cena-degustazione organizzata da Roberto Astuni del Bike Hotel Alla Corte con cinque di questi vini, di quattro cantine diverse, in abbinamento ai piatti di Cristopher Carraro chef di Impronta, il bellissimo ristorante di Bassano del Grappa dove lui opera. <
Damijan, ovvero la ribolla. Nessuno forse come lui ha creduto in questo vecchio vitigno che era stato in larga parte abbandonato e su questo versante del Monte Calvario che grazie alla sua opera è stato pienamente recuperato e ora è il territorio indispensabile per queste grandi vini. Non solo fa grandi vini, ma non ha lesinato consigli e suggerimenti ad altri piccoli produttori che si accostavano a questo vitigno che oggi è ormai riconosciuto come uno dei grandi vitigni bianchi del Friuli.
Numerosi sono i bravi produttori di vini, fortunatamente molti di loro sono anche simpatici. E’ indubbio che Benjamin Zidarich appartiene in pieno diritto a questa categoria. Siamo stati con lui un’intera mattinata, ci ha anche invitati a pranzo (ottimi salumi di casa e pesce fresco dalla Croazia): le ore sono volate via ed alla fine si lascia con rammarico questa casa semplice ma viva e questa gente così cortese. Il posto poi è unico, in alto sul Carso con la Slovenia e la Croazia ad un passo, un terreno che è una spugna di roccia e il mare sullo sfondo. E’chiaro che i vini qui siano particolari e la vitovska, anche grazie a Zidarich, sta avendo un successo internazionale. La versione kamen è quella che Benjamin predilige, pigiata nella pietra come anticamente già si usava. Sono vini bianchi che non finiresti di assaggiare e che hanno una longevità straordinaria.
Abbiamo ancora vivo il ricordo delle due giornate passate nell’alpeggio del Moncenisio con Beppe Giovale, e ringraziamo Beppe per avercele fatte ricordare nel modo migliore: con una bella degustazione di formaggi prodotti appunti nell’alpeggio estivo che è ancora aperto anche se alle ultime battute. Per chi ama i formaggi quelli d’alpeggio rappresentano il vertice del settore e provarne tanti in una sola occasione è stato emozionante. ANche grazie agli ottimi vini in abbinamento realizzati dal Leo Spadaro, compagno insotituibile di queste scorribande gastronomiche.
Una vera immersione di tre giorni nel mondo del vino a tutto campo quella proposta da due professionisti del calibro di Enrico Mazza e Gennaro Buono ad operatori ed appassionati. Abbiamo trascorso come relatori un’intera giornata apprezzando la funzionalità e la struttura dell’evento che non solo si ripeterà, ma si arricchirà con ogni probabilità di visite sul campo, cioè nelle cantine e nelle vigne di mezza Europa. E crediamo che quest’aspetto sia veramente fondamentale per conoscere a fondo non solo i prodotti, cioè i vini, ma anche i personaggi che ruotano intorno e gli straordinari ambienti che aggiungono il loro fascino. Solo così si può percepire pienamente la magia del vino, questo grande prodotto che la natura ci ha donato.