Speriamo che duri, e che sia la volta buona. Dopo la parentesi di Barbaglini, ecco un altro chef, poco noto ma bravissimo, tentare di riportare ai livelli di un tempo questo storico locale. Silvio Salmoiraghi ha tutte le carte in regola per farlo. E’ della stessa leva di Enrico Crippa e Paolo Lopriore (a quest’ultimo è particolarmente legato), ha nel cuore e nel bagaglio tecnico la maestria di Pietro Leeman e Luciano Tona, come dire due tra i più grandi e intelligenti e innovativi chef che la nostra ristorazione abbia mai avuto. Ha preferito finora quasi nascondersi nel suo “Acquerello” celato nel borgo natio, ed ora tenta (finalmente) la carta importante in questo locale dove sicuramente avrà grossa visibilità. Ha appena iniziato, ma il suo menù è già di quelli che lasciano il segno: una serie di piatti dove è difficile trovare un errore, dove la pulizia è massima, dove si ammira la precisione e la tecnica, ma dove anche non si dimentica il gusto e il piacere del commensale. Segnatevi il posto e prenotate con tranquillità, ne vale la pena.