San Barbato: quando Don Alfonso si fa in due

Non è una consulenza qualsiasi, qui la famiglia Iaccarino ci mette il nome e la faccia. E dobbiamo dire che, se il territorio per molti è sconosciuto, l’investimento è stato notevole. Siamo tra Basilicata, Puglia e Campania in una zona collineggiante con il Vulture sullo sfondo. L’albergo nato su un precedente hotel, è modernissimo e iperattrezzato pe rdar ealla clientela ogni confort. Spa, fitness, fontane luminose, megapiscina, presto il golf, non ultimo si è pensato alla ristorazione. E anche qui non si è badato a spese: la zona eventi è esemplare con una cucina che occupa la parte centrale dell’area, sulla terrazza è l’area prima colazione, ma anche aperitivi e lunch con un’altra cucina, ma il pezzo forte è al primo piano con il ristorante di fine dining firmato appunto Don Alfosno. Qui viene soprattutto Mario, che ben conosciamo per impegno e serietà, ha messo Andrea Astone che avevamo conosciuto anni fa in Toscana e poi era andato a dirigere il ristorante di Iaccarino a Marrakesh. Si avvale di un’articolata brigata dove spicca il pasticciere Tommaso Foglia, molto bravo (anche sul pane). Ed in effetti la cena è stata di sicuro livello, per qualità di ambiente, di servizio, di attenzioni. Ottimo l’inizio con una serie di antipasti di livello (da citare la presse di vitello, forse il più elegante shish kebab mai assaggiato). meno convincenti i deu primi un pò impegnativi, buoni i secondi e come dicevo prima di livello i dessert. Sarebbe auspicabile un miglior legame con il territorio, ma il ristorante è ancora in rodaggio e di sicuro arriverà. L’ultimo elogio va alla direzione, affidata a Canio Sabia, persona disponibile e cortese, che riesce a dare calore quasi familiare ad una struttura che potrebbe sembrare solo moderna ed efficiente.

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