E’ comodo, a un chilometro dal casello, ma un pò nascosto nel piccolissimo borgo storico accanto a quel che rimane del ponte di pietra. Dentro la sala, ampia e moderna, sorprende, come la cucina del giovane chef cresciuto con Flavio Costa. Una cucina quasi più di mare che di terra, (ma qui in effetti siamo in bilico tra la Riviera e le Langhe), che spazia con varietà di sapori e abbinamenti dove forse un pò insistenti sono le note dolci (la nocciola liquida, la vaniglia, le castagne ecc..), ma che si esprime con naturale eleganza e mano lieve. Nel lungo percorso le cose migliori arrivano all’inizio (sugarello e crema di carciofi) e nei secondi di carne, meno convincenti le capesante e una crema di fagioli dove manca il giusto contrappunto. Buoni, ma un pò semplici i dolci finali.