Entriamo sempre con molte aspettative in questo locale. Perchè Cristina Bowerman, la formidabile chef, ama il proprio lavoro, ama rischiare e nel rischio profonde la sua cultura gastronomica che non è piccola. Siamo i primi a difendere l’Italia del food & wine, ma pensiamo anche che in una città comeRoma ci deve essere lo spazio alla circolazione delle idee e dei prodotti, purchè sostenuta da adeguata preparazione.
Entriamo sempre con molte aspettative in questo locale. Perchè Cristina Bowerman, la formidabile chef, ama il proprio lavoro, ama rischiare e nel rischio profonde la sua cultura gastronomica che non è piccola. Siamo i primi a difendere l’Italia del food & wine, ma pensiamo anche che in una città comeRoma ci deve essere lo spazio alla circolazione delle idee e dei prodotti, purchè sostenuta da adeguata preparazione. E in questo genere, pochi possono reggere il confronto con questo posto, dove il gourmet non si annoia di certo. Sotto gli occhi sfilano via le ricette una dopo l’altra confermando cultura, intelligenza ed estro. Qualcosa comunque questa volta ci ha convinto leggermente di meno. Qualche piatto mostrava una certa frettolosità di inserimento nel menù e non completa messa a punto. Ricette come queste vanno testate e modificate tante volte prima di essere lanciate nella carta. Stimiamo moltissimo Cristina, una delle poche che riesce a non perdere la rotta nell’esercizio difficile che si è imposta di ampliare così tanto la tavolozza degli ingredienti. Però un menù così vasto impegnativo e di ampio respiro richiederebbe una brigata con degli spazi e tempi di ben altra dimensione. Ma Lei ha, ripetiamo, tutta la nostra ammirazione per l’impegno profuso, e il coefficiente di difficoltà adoperato. Plauso anche a Fabio in sala, calmo tranquillo e solido, bilancia egregiamente l’estro di Lei. Una bella coppia davvero!