Un libro che racconta ben 286 ristoranti tristellati, praticamente quasi l’intero firmamento della Michelin. E Maurizio Campiverdi (vero nome di Maurice Greenfileds l’autore) ne ha visitati in larga parte e, credetemi, ci vuole un fisico bestiale: complimenti! In Europa poi la quasi totalità, in un lungo lavoro (?) cominciato negli anni cinquanta casualmente dal più emblematico, se non il più bravo: Fernand Point alla Pyramide, lo chef che ha inventato la figura dello chef patron e che al suo fianco aveva due giovani promettenti come Troisgros e Bocuse. Maurizio è un brillante giovane di 80 anni, il che incoraggia tutti noi a prosguire il nostro (più modesto) cammino. E’ arguto, ovviamente non gli mancano gli aneddoti, e non ha perso l’appetito: ha spazzolato tutte le portate del menù, un menù di ottimo spessore preparato dalla brava Cristina Bowerman. Venendo al libro (meglio forse chamarlo tomo viste le dimensione e il peso) è un vero Zibaldone gastronomico, un contenitore inesauribile di informazioni. Come dire da non perdere per ogni appassionato: Maretti Eidtore, prezzo 30.00, quanto un aperitivo in un ristorante stellato. Vi divertirete, lo dico già pur essendo solo alle prime pagine (doveva secondo me uscire ad inizio lockdown, sarebbe stato un compagno stupendo).
Cristina Bowerman
Ci sembra ieri che arrivò una soffiata: “una giovane chef ha aperto un nuovo ristorante a Trastevere. Sembra un po’ fuori di testa perché in una zona come quella fa dei piatti strani dove non ci si capisce nulla, durerà quindi poco”. E invece sono passati già 14 anni e Cristina non solo è sempre là, ma è più agguerrita e sulla cresta di sempre. Ha messo a punto la squadra e ha stretto al suo fianco, anche nella gestione, i due fedeli Edoardo Fortunato (in cucina) e Riccardo Nocera (in sala). Aspettiamo che dia qualche ritocco all’ambiente (a suo tempo decisamente innovativo), mentre il menù offre sempre qualche sorpresa. Cristina viaggia di continuo ed è quindi bombardata da continui segnali e stimoli che arrivano da tutto il mondo. Però crediamo che, non solo per l’esperienza personale, sia l’America quella dove più riesce ad interagire con successo. La sua, soprattutto per l’Italia e Roma, è una cucina veramente originale, con soluzioni che ci ricordano i forti accenti spiazzanti di certi piatti del nordamerica dove gli accenti marcati di acido, sapido e dolce, la fanno da padrone. Ma se lì sono spesso assemblati in modo confuso, qui il risultato è molto più controllato, vedi ad esempio gli ottimi, anche se dissacranti per un palato italiano, tagliolini all’anguilla. Meno ci conquista un capriolo indeciso se guardare indietro o avanti. Ma comunque complimenti a Cristina, e alla sua coesa brigata, che tiene dritta la rotta su un percorso diverso, quindi non facile, ma identitario e particolare.
Dopo Milano, lo scorso anno, ecco The Fork a Roma per implementare la sua immagine e valorizzare le sue attività. Tra queste c’è anche, giustamente, l’idea di dar voce particolare alle nuove aperture “intelligenti” di qualsiasi tipologia (fine dining, bistrot, pizzeria ecc..) se segnalate dagli chef già aderenti al sistema. Ed a Roma si premiano tanti bravi giovani e meno giovani imprenditori (contà non l’età loro, ma quella del ristorante che deve essere di recente apertura). Un menù semplice e spigliato dove svettano i tortelli di coniglio non alla panna, ma al cocco, una semplice e non banale (va ben dosata e contrastata come in questo caso dalla farcia) contaminazione.
Grande giornata finale per scoprire i finalisti che ritroveremo il 28 ottobre a Roma. Per Emergente Pizza sono: ROberto Ferrone de 384 di Roma, Gabriele Lucantoni di Sbanco di Roma, Fabiano Viscito di Pizzeria Battipaglia. Per Emergente Chef: Lorenzo Boschi de il Giglio di Lucca, Valerio Ragusa di Da Luciano a Roma, Gianluca Durillo de La Madonnina del Pescatore di Senigallia, Giuseppe Torcasio di Ex Trappeto di Lamezia. A loro si aggiungeranno i finalisti già designati a Milano e quelli che andremo a selezionare in Emergente PUglia e Emergente pizza ad Ischia. Si chiude così l’evento con Città della Pizza, caratterizzato da un’altissima affluenza, nonostante il maltempo, e che ha visto una larghissima partecipazione di concorrenti. Da segnalare questa volta come regione la Calabria che ha confermato l’ottimo momento che sta vivendo in questo settore.
Abbiamo un pò di nostalgia delle feste sulla spiaggia che hanno sempre caratterizzato questa Festa, ma quest’anno sono 50 anni di Pizza a Metro ed è obbligo festeggiarla. Grande festa quindi per le strade di Vico praticamente impraticabili dalla ressa della folla, ma anche dentro al vasto locale ci sono centinaia di persone venute a incontrare ed assaggiare i piatti di tanti chef (con il ricavato versato in beneficenza). In prima fila, applauditissimi, Tonino Cannavacciuolo e Gennaro Esposito, padroni di casa.
Siamo ormai al via, non dev’essere stato semplice, non tanto da un punto di vista strutturale (la scuola l’avevamo visitata già qualche mese fa) quanto organizzativo. Ma ormai ci siamo, gli allievi sono pronti e a a febbraio cominceranno i corsi. Apre così la prima scuola di alta formazione per il Servizio di Sala, con una serie di docenti illustri, con un programma innovativo (c’è pure un corso di attitudine e recitazione, in fin dei conti il ristorante è un palcoscenico). Inaugurazione domanica scorsa, con la banda, le autorità, e un bel pranzo (corroborante) con i vini della famiglia Cotarella, l’ottimo viognier e il recente acquisito brunello. Siamo contenti anche perchè si parla sempre più di sala, ma, cosa importnate, non in ordine sparso ma con l’idea di fare sistema tra le varie iniziative finora sorte.
Il nuovo Romeo oltre ad essere bifronte (accanto è la pizzeria Giulietta), e suggestivo (per il decoro architettonico ultramoderno), si presta bene anche agli eventi grazie soprattutto alla cucina con affaccio sala. E l’altra sera erano in due, Cristina Bowerman, padrona di casa, che ci ha deliziati con una sapiente zuppa di tuberi e Beppe Guida, chef di Nonna Rosa, amato da tutti per la sua cucina tradizionale vestita con un tocco di sapiente modernità, chef per altro specializzato nei primi. Lui è l’anima delle iniziative del Pastificio dei Campi di Giuseppe Di Martino, che infatti è presente. Un bel tris di assaggi di pasta con gli spaghetti in acqua di limone in evidenza.
La giornata conclusiva è ovviamente quella più importante, ci sono le finali e si chiude con quella più importante: il Premio al miglior chef emergente. La seconda giornata della Finale consente che due ingredienti siano portati da casa, ma gli altri, almeno due, siano reperiti in loco, cioè tra gli espositori dell’evento. Vince meritatamente Stefano Terigi (ristorante Giglio di Lucca) che convince con la sua originale ricetta di yogurt e meringa tra il dolce e il salato, e molto bene anche Stefano Bacchelli (Da Vittorio a Brusaporto) sempre preciso, pulito e altamente professionale. Ma ottima figura la fanno tutti, considerando anche la giovane età e il non semplice compito che hanno dovuto affrontare.
Gli Ambasciatori del Gusto hanno organizzato ieri sera un’importante serata in favore di Amatrice. 7 chef famosi si sono esibiti nei bellissimi spazi dell’Open Colonna. Noi siamo arrivati un pò tardi e quindi non abbiamo potuto vedere gran parte dei piatti preparati, ma almeno salutare i convenuti.
Si presentano le Vigne di Roma, un’associazione di ben 15 tra le migliori aziende vinicole del Lazio con il nobile scopo di unire gli sforzi per valorizzare i vini del territorio spesso poco presenti anche nella Capitale. Speriamo che sia la volta buona (non è il primo tentativo del genere), e che la cosa funzioni. Per ora le buone intenzioni ci sono e sembra esserci anche l’impegno concreto e una strategia a supporto. E noi per primi siamo solidali, non solo a parole, ma anche con i fatti: l’invito ad essere presenti al Festival della Gastronomia alle Officine Farneto nella giornata conclusiva di martedì 10 ottobre. E a seguire un giro per Taste, tra assaggi buoni e saluti.