E’ bello vedere autodidatti come Cinzia Mancini, che rimangono umili ad apprendere, e che con tanta passione anno dopo anno sono anche in grado di trovare una proposta interessante e innovativa, calibrata e corretta, sopratutto pensando alla zona un pò isolata dove vivono. Cinzia è sorretta da buon gusto e senso della misura, i suoi piatti sono talebani per aderenza ai prodotti biologici del circondario e didascalici per il rispetto della materia prima, per la leggerezza del contesto, per il minimalismo che anima il tutto. Siamo in aperta campagna, in una casa quasi qualsiasi, ma che si distingue quando ti avvicini per cura e pulizia, le stesse cose che poi troviamo all’interno. Dei piatti abbiamo detto, tutti ben impostati con l’anatra al top, il conto è di 35 euro, la carta dei vini biologica come il resto. Insomma dateci retta e andate a trovarla, non rimpiangerete il viaggio.