Di Redazione Witaly

Emergente Trento, ecco i giovani

Questo è il Palazzo Roccabruna di Trento, sede dell’ Enoteca Provinciale, dove si svolgerà l’ evento Emergente Trento, in due giornate. La prima, sabato 11 giugno dedicata ai giovani chef, la seconda, domenica 12 giugno ai big e chiuderemo con la finale tra i due migliori chef giovani.

Questo è il Palazzo Roccabruna di Trento, sede dell’ Enoteca Provinciale, dove si svolgerà l’ evento Emergente Trento, in due giornate. La prima, sabato 11 giugno dedicata ai giovani chef, la seconda, domenica 12 giugno ai big e chiuderemo con la finale tra i due migliori chef giovani. Ospite eccellente Nico Romito, mentre Presidente di Giuria sarà Fausto Arrighi.  L’ingresso è libero e per informazioni e prenotazioni dei posti a sedere di fronte allo showcooking cliccate qui. Qui di seguito Vi presentiamo i giovani chef in gara.

La storia di Akio inizia tanti anni fa in Giappone, un po’ per gioco, un po’ per aiutare economicamente la sua famiglia. Lentamente e progressivamente animato dalla grande passione per  la cucina europea si è avvicinato ai ristoranti italiani. Ogni piatto, ogni sapore, hanno fatto crescere in lui il desiderio di trasferirmi in Italia e dopo lunghi sacrifici è riuscito a raggiungere il suo scopo.  Attualmente ricopre la carica di Sous-chef presso la Locanda Margon al fianco dello chef Patron Alfio Ghezzi e ancora ringrazia la famiglia De Prà, del Ristorante Dolada, Pieve d’Alpago, Belluno, per averlo accolto come un figlio ed avergli trasferito tutte le loro conoscenze, la loro filosofia di cucina di cui, ancora oggi, fa tesoro prezioso. Dopo tre anni ha deciso di inserirsi in strutture alberghiere per apprendere una diversa organizzazione di sala e di cucina. Alla Locanda Margon propone ricette fusion come Fegato grasso di Trota polenta al caffè, pesca alla verbena e dragoncello e Salmerino candito in olio di oliva, la sua pelle in polvere, salsa olandese e erbe di montagna.

Per Alessandro Bellingeri, ventisette anni, lombardo di nascita ma trentino di adozione, tutto ha inizio quando, poco più che bambino, si misurava in cucina con “nonna Ada”, tutt’ora grande cuoca, nelle prime specialità di casa, imparando con entusiasmo e curiosità i piccoli trucchi dell’arte culinaria. Ora quella curiosità è diventata passione, professione e vocazione. “In cucina bisogna ispirarsi, dedicarsi ed educare il proprio palato al gusto e questo mi portato a viaggiare e lavorare in diverse maison: vedere, imparare tutto quello che potevo era e continua ad essere il mio obiettivo, perché la cucina è anche una sfida con se stessi.” Ha lavorato con grandi Chef e da ognuno di loro ha assorbito la caratteristica che più lo affascinava. Alessandro oggi è Sous-Chef presso il ristorante El Molin di Cavalese (Trento), qui grazie alla filosofia dello Chef Alessandro Gilmozzi ha imparato a raccogliere e valorizzare quello che la natura offre. La cura dell’essenzialità delle materie prime lo porta a creare piatti semplici e originali come la Trota marmorata, crema di limone del Garda e levistico. Gli piace viaggiare e conoscere. Ama la natura, i dettagli e il buon cibo.

Per Diego Rigotti, ventiseienne di Trento, la cucina è basata sul rispetto della materia prima, sulla genuinità degli ingredienti, sulla spontaneità della creazione e su una rigorosa tecnica di esecuzione. Diego che oggi lavora in qualità di Chef Executive al Ristorante del Resort  Hotel  Dolce Vita di Andalo, non ha un piatto preferito ed ama cucinare le proprie pietanze con l’utilizzo di erbe spontanee, aromatiche ed officinali. A Diego piace passare molto del proprio tempo libero in montagna, questa passione l’ha coltivata in Francia, alla Mayson de Marc Veyrat, dove ogni mattina, al suo fianco, andava a raccogliere erbe di montagna. L’ingrediente che preferisce utilizzare è senza dubbio l’olio d’ oliva. Propone ricette ricercate, aromatiche e dirette come Granito Trentino alle Erbe di Montagna (tarassaco, luppolo, buonenrico) con carne salata e fagioli e Ravioli di latticello, frutti rossi, eucalipto e sorbetto al siero di capra fragola, eucalipto e sorbetto al latte. Il suo hobby preferito d’inverno è lo sci, mentre l’estate predilige il golf.

Nata e cresciuta in Trentino, sin da bambina ha sempre amato impastare, mescolare, amalgamare e sperimentare ricette che puntualmente proponeva alla sua famiglia e quando è arrivato il momento di scegliere la scuola superiore non ha avuto alcun dubbio: ha frequentato l’Istituto Alberghiero di Riva del Garda. Attualmente lavora per l’Osteria del Pettirosso a Rovereto, locale che le ha permesso per la prima volta di gestire completamente una cucina, un menù, un servizio. Licia è molto attenta alla scelta delle materie prime, alle preparazioni, agli accostamenti tra cibo e vino, accuratamente scelti dal titolare, per offrire ai clienti delle proposte semplici, di qualità e innovative. Il suo ingrediente preferito è l’originalità. Ama gli ingredienti e lavorazioni tipiche del territorio trentino che rivisita in chiave moderna , sperimentando nuove metodologie di lavorazione, dalla cottura alla presentazione. I piatti che ha deciso di proporre in quest’occasione sono fedeli a questo principio e rispettano stagionalità, tipicità e sapori come il Raviolo di patate della Val di Gresta ripieno alle ortiche e ricotta di capra con burro ai fiori del Baldo e Tartare di trota delle Sorne marinata alla melissa e olio del Garda con le sue uova, insalatina novella e crostone di pane all’aglio orsino.

Mattia Piffer ha 22 anni, vive e lavora a Trento presso il Ristorante Scrigno del Duomo, al quale deve gran parte della sua formazione professionale. Ha frequentato l’Istituto Professionale Alberghiero di Rovereto, ha un Diploma di tecnico in cucina salutista e nutrizionale e una particolare vocazione per la pasticceria. La sua gastronomia è una realtà ricca di sapori, profumi, colori e fragranze. Il suo ingrediente preferito è il Sambuco, che con i suoi fiori si rende adatto alla preparazione di infusi, liquori e dessert aromatici ed avvolgenti. Per l’occasione preparerà  Il sambuco come lo vedo io e Salmerino confit con mousse di formaggi alpini e germogli spontanei di stagione. I suoi piatti preferiti sono quelli classici della cucina tradizionale trentina, soprattutto quelli a base di selvaggina. Nel tempo libero ama ascoltare musica e suonare la chitarra, appena ha tempo frequenta un centro sportivo dove svolge attività di corsa e palestra per tenersi in allenamento.

Sara Sighel, classe 1980, è nata a Baselga di Pinè, fiore all’occhiello dell’Altopiano di Pine’. La passione per la cucina, da sempre viva in lei, è cresciuta alla scuola di mamma Nadia. Tra le mura dell’azienda agricola di famiglia Sara ha imparato ad amare le antiche ricette della cucina tipica trentina, i prodotti del suo territorio ed i frutti della sua terra, tra cui spiccano i cavoli cappucci di una particolare varietà antica a testa piatta che a Pinè si chiamavano “Caussi”. Nel 2008 apre con suo marito l’Agriturismo La Stropaia a Baselga di Pinè, dove propongono una cucina tradizionale trentina che rivisita, con grande soddisfazione, partendo dalla produzione materie prime di qualità che trasforma in originali portate come il Filetto di salmerino gratinato con timo serpillo, santoreggia di montagna  e crema di yogurt alla calendula e Canederlotti alle due ricotte con burro artigianale e speck a listarelle. Nel Novembre 2010 ha vinto un Premio Speciale alla Tradizione al Concorso Nazionale Agrituristico di Cucina Contadina all’interno del Salone Nazionale dell’Agriturismo di Arezzo. Le piace viaggiare e confrontarsi con diverse culture in particolare quelle del Centro America, dove la cucina si basa principalmente sulle risorse dall’agricoltura locale e dove le tradizioni sono ancora ben marcate nella vita di tutti i giorni.

Animato da un’inarrestabile voglia di imparare e conoscere, Stefano, venticinquenne di Rovereto, lavora presso il Ristorante-Enoteca Casa del Vino della Vallagarina da quasi quattro anni, luogo in cui ha avuto la possibilità di approfondire la cucina del proprio territorio e di sperimentare ricette ed accostamenti inusuali come Fegato di maiale nostrano marinato alle erbe con pesche al timo, radicchio dell’orso marinato e fondo al vino dolce e Tortino morbido al cioccolato con piccoli frutti di st. Orsola e zabaione al frutto della passione. La sua esperienza lavorativa precedente più significativa è stata lavorare presso una nave da crociera della Princess Cruises con la quale ha girato il mondo (Australia, Nuova Zelanda, Hawaii, Polinesia francese, Los Angeles, Canada e Alaska) entrando in contatto con diverse culture e gastronomie. Il suo lavoro è la sua vera grande passione. Non ha né un ingrediente né un piatto preferito, ama tutto quello che la grande realtà della cucina offre. Per Stefano ogni piatto rappresenta una sfida, riuscire a prepararlo nel miglior modo possibile, cercando di soddisfare al meglio le aspettative dei suoi ospiti è una vera missione.

Ci sono tanti piatti, ed ancor più numerosi sono gli ingredienti che mi piacciono, ma uno in particolare non c’è. Quando mangiamo qualcosa di buono, che ci emoziona, ce lo ricordiamo a lungo.” A Stefano piace il latte fresco, il profumo del pane ancora caldo, le croste di polenta che restano sul paiolo, quella che la nonna, ottima cuoca, prepara “concia” e sublime. Questi sapori e profumi sono accompagnati da piacevoli ricordi e rappresentano per Stefano l’essenza di alcuni ingredienti a lui più cari. Attualmente lavora al Ristorante Costa Salici di Cavalese (TN), in cui propone una cucina di tradizione e sperimentazione come Fegato di capretto marinato al Vino Santo e mela ghiacciata e Zuppa di Riesling alle erbe di montagna. Oltre la cucina ha diverse passioni, tra cui la montagna e lo sci d’alpinismo in inverno e d’estate le gite in alta quota. Gli piace la fotografia e, tempo libero permettendo, si dedica alla lettura, attività che coltiva con interesse.

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