Trenta anni di Gambero Rosso. Ci sembra ieri quando andai a trovarli in via Ripetta, e poi ancora più vicino casa a via Arenula, sempre con un grande e dovuto rispetto al loro lavoro. E in questi trentanni abbiamo visto crescere una realtà importante e consolidata. Una grande festa quella di ieri, con tanti personaggi che hanno fatto un pò la storia dell’Italia del gusto, con una bella regia e tanti applausi. Tutto perfetto? Quasi, un ricordo di Stefano Bonilli sarebbe stato secondo noi opportuno, e magari anche di Daniele Cernilli. E, dulcis in fundo, ci avrebbe fatto piacere abbracciare anche Clara Barra.
stefano bonilli
Ci univano tante cose, l’indirizzo (via dei Giubbonari), l’amore per questa bella città (io da autoctono lui da nuovo cittadino), l’odio per la sua decadenza, la passione per la ristorazione, la curiosità di scoprirne ogni dettaglio. La casualità del mondo non ci ha mai fatto stringere forte amicizia, ognuno di noi è sempre andato in giro vorticosamente per la sua strada. Ma Lui senz’altro ha costruito tanto in questo settore, basterebbe citare la Città del Gusto e il Gambero Rosso Channel, primo canale televisibvo monotematico. Tutte cose in largo anticipo con i tampi, forse pure troppo. Era capace di grandi visioni, di grandi progetti e ci metteva pure la faccia, una specie di uomini di cui in Italia si è persa quasi la traccia. Voleva aggregare e non dividere, e stava lavorando per poter ridare slancio e nobiltà al giornalismo del settore. Speriamo che qualcuno ne raccolga l’eredità. Un caro saluto Stefano, la notizia della tua morte mi ha colto lontano, in Francia, chiedo perdono di non essere lì a Marinella, tua moglie, ai tuoi cari amici, tra i tanti quelli comuni come Marco Bolasco, Maurizio Cortese, Alessandro Roscioli, la brava Elisia e una raccomandazione, non fate morire Gazzetta Gastronomica, sarebbe un peccato!
Grande l’inizio con Massimo Bottura che ha saputo essere trascinante come pochi. Non tanto e non solo per quello che dice, ma per la passione e la capacità di coinvolgimento che ci mette. Dopo di lui una parata di chef celebri trascinati qui dall’amore per la mozzarella di bufala, ma anche dal grande lavoro di raccordo fatti da Barbara e Albert Sapere, bravi come sempre.
10 anni di continuità e successo non sono pochi nella turbolenta vita italiana degli ultimi tempi, soprattutto per una struttura che chiude molti mesi nella stagione invernale. Ma il Pellicano è veramente un luogo speciale, noto in tutto il mondo, ma questo da solo non basta, in Italia ne abbiamo parecchi di posti belli come questo. E’ proprio la ristorazione che fa la differenza: da quando c’è Antonio Guida è stato un percorso tutto in ascesa nella qualità, merito suo e di chi ha avuto fiducia in lui e nella brigata.
E la sera in piazza Marconi, dove un tempo si stendevano gli spaghetti ad asciugare, sabato sera si sono accesi i fornelli. Un cerchio attorno alla fontana, con al centro una diecina di cuochi famosi e qualcuno locale, a proporre assaggi di pasta a prezzo simbolico. Una conferma: la pasta è l’ingrediente più versatile che ci sia, un’altra conferma: costa poco e di questi tempi è senz’altro un bene. Una serata popolare ma vera, grazie a Stefano Bonilli e Maurizio Cortese, ideatori dell’evento. Qui sopra Antonio Pisaniello sala l’acqua.
Nasce a Testaccio la Gazzetta Gastronomica di Bonilli. Nasce in un giorno bagnato dalla pioggia, e quindi sarà fortunata; nasce pure con tanta Passione Gourmet nel corpo. Si brinda con zuppe famose, noi arriviamo tardi, giusto in tempo per raccattare un boccone prezioso (panettone e quinto quarto, firmato Bottura). Auguri.
Sfidando il caldo torrido (c’era una piscina, ma la cosa era stata accuratamente nascosta) e la mancanza di parcheggio, la Comunità di Dissapore ha civilmente bivaccato sul prato di casa Cortese, che, dato il nome, è ovviamente bella grande e accogliente.
Una gran bella giornata quella di ieri: gran sole, grande picnic. San Patrignano al suo massimo splendore.
Cucina dal vivo all’ Open Colonna di Roma, con il coinvolgimento di numerosi ospiti presenti.
Dissapore scende in campo nel posto più appropriato, al Festival della creatività alla Fortezza Basso a Firenze: un gigantesco happening che oscilla tra Woodstock, e la sagra di Campofilone, tra lampi di intelligenza riservati a pochi eletti e kindergarten per bambini capricciosi. Un festival dove comunque non ci si annoia.