Vittorio non c’è più, eppure tutto è dedicato a Lui: il nome, il logo, lo stile. La struttura è a sua immagine e somiglianza, da lui voluta e concepita.
Vittorio non c’è più, eppure tutto è dedicato a Lui: il nome, il logo, lo stile. La struttura è a sua immagine e somiglianza, da lui voluta e concepita. Nel tempo la famiglia si è moltiplicata, ma è rimasta unita e il merito va dato a mamma Bruna, sempre presente, e a tutti i componenti che riescono miracolosamente a mantenere ognuno la propria personalità e differenzazione professionale, ma a fondersi poi insieme per raggiungere gli obiettivi prefissati. Insomma la famiglia Cerea è una macchina formidabile, che lavora senza pause, dietro le quinte, per la felicità del Cliente in sala o dei tanti che sono coinvolti nei loro eventi. Per uno o per mille l’approccio è similare, cambiano le proporzioni. Tutto questo ha un costo, siamo in uno dei ristoranti più costosi (menù Vittorio di pesce a 170 euro), ma il ritorno si vede nell’ abbondanza, nella qualità delle materie prime, nell’attenzione del servizio, nella spettacolare sequenza dei dessert. Abbiamo trovato un lodevole livello di esecuzione, un riuscito sforzo di aggiornamento moderno ed equilibrato di una linea di cucina che non vuole abbandonare giustamente la sua classica impostazione. A chi ha storto il naso alla notizia della terza stella, dobbiamo dire che qui ci sembra che se le meritino tutte davvero. Abbiamo messo nel titolo l’ unico piatto che non ci è veramente piaciuto, linguine con aragosta troppo dolciastre e poco contrastate. Da Vittorio a Brusaporto.