Le pendici del Vesuvio sono ancora un territorio tutto sommato vergine per la ristorazione di qualità, eppure storicamente da Pompei alle ville del miglio d’oro, non è mai mancata la qualità della vita. Ancora oggi qui a Bellavista sono numerose le belle dimore a testimonianza di un passato fastoso. Il presente è meno brillante, ma le potenzialità ci sono tutte. In pochi chilometri c’è una popolazione pari a quella delle grandi città senza una ristorazione che vada oltre la pizzeria, salvo le poche eccezioni di Viva lo Re, e il Poeta Vesuviano.
Le pendici del Vesuvio sono ancora un territorio tutto sommato vergine per la ristorazione di qualità, eppure storicamente da Pompei alle ville del miglio d’oro, non è mai mancata la qualità della vita. Ancora oggi qui a Bellavista sono numerose le belle dimore a testimonianza di un passato fastoso. Il presente è meno brillante, ma le potenzialità ci sono tutte. In pochi chilometri c’è una popolazione pari a quella delle grandi città senza una ristorazione che vada oltre la pizzeria, salvo le poche eccezioni di Viva lo Re, e il Poeta Vesuviano. Ecco CD, un bel locale, dotato di un dehor sensazionale, un lungo giardino che in stagione viene allestito con gazebo individuali. Dentro due sale nobili e una cucina ambiziosa. Lo merita il posto, e forse pure lo chef, Eduardo Estatico, ancora giovanissimo, sicuramente capace, ma forse già troppo sicuro di sè. I piatti non mancano di gusto e di sapore, ma il problema è forse l’opposto e il decalogo della “cucina per sottrazione” qui andrebbe imposto d’ufficio per cercar di ricondurre il volenteroso e bravo chef su una linea di cucina più moderna e interessante.