Seguite le indicazioni che vi portano, sembrerebbe, nel nulla attraverso boschi e strade anche sterrate, per scoprire poi che il “nulla” è pieno di sorprese. Arriviamo così non lontani dall’Eremo di Santa Cecilia, nascosto tra i monti di uno sconosciuto Appennino in un piccolo borgo rimesso a nuovo ed ingrandito dalla famiglia Onorati. All’inizio era la passione per la caccia. Questa è rimasta ma è stata affiancata da quella degli animali, dei salumi e così via fino ad arrivare alla cucina. Pur essendo loro cittadini, hanno appreso l’arte rapidamente: i salumi sono eccezionali, con un prosciutto di 5 anni da incorniciare, una conferma che la bontà si basa soprattutto su come viene trattato e cosa si dà da mangiare all’animale, e quassù per loro è sicuramente un piccolo paradiso. Ma anche per la cucina hanno avuto buon fiuto: Alessio Pierini, il giovane chef, era di Gubbio, poi andato in giro ed ora eccolo tornare a casa. E la sua cucina è tutt’altro che banale. Si presenta già come la migliore del circondario e giustifica le curve e la polvere bianca che bisogna attraversare per arrivarci. La cena proposta è stata più che interessante, specie la prima parte, con le tagliatelle al porro bruciato e buccia di pecorino sugli scudi, per poi calare leggermente, ma sempre su livelli per altro encomiabili. Speriamo che il progetto si completi e continui, in tal caso questo Borgo sarà veramente uno dei quei posti nascosti ma da citare come esempio.