Stefano Callegari è sempre più eclettico. Ha conquistato la sua notorietà con la pizza, poi la fama mondiale con il Trapizzino, ora chiude il cerchio con questo locale in un certo senso innovativo. Cucina tradizionale, ma non solo, cucina romana ma non solo: al centro del progetto è sicuramente la voglia di far star bene il cliente nel modo più diretto e semplice, con prodotti buoni, cibo buono, quantità pantagrueliche. In questo si riflette il pensiero e la pancia di Stefano che da sempre lo contraddistingue, ogni ricetta è sopra le righe, ogni porzione è esagerata: con una polpetta potresti fare un piatto, il suo “tortellino” poi riempie un piatto da portata. Però è indubbio che la clientela ama questo genere che va controcorrente ad una linea salutistica che va’ alla grande al giorno d’oggi ma che spesso rimane asfittica e avara di sapori, ed è ben lieta di affrontare un etto e mezzo di pasta che si raddoppia con l’intingolo. Incredibilmente poi i prezzi rimangono concorrenziali con quei ristoranti di cui sopra che ti portano magari uno spaghetto arrotolato con due piselli a complemento. Qui invece la gente viene e ritorna contenta. Da non perdere secondo noi il baccalà panato ed il pollo alla cacciatora, qualche (anzi parecchie) perplessità ce l’abbiamo sul tortellino sopra citato, ma è il piatto di maggior successo e questo la dice lunga sul pensiero di noi critici. Ad aiutare Stefano nel progetto il bravo Enrico e Perla Ambrosetti che da tempo gestiscono con successo il Bistrot Farneto. A completare l’offerta gastronomica una più che buona selezione di vini, anche questi proposti con un prezzo corretto.