Octavin ad Arezzo

Octavin, l’ottava nota, forse l’estrema. Luca Fracassi in realtà è poi un tipo tranquillo, l’estrosità la sfocia più nei piatti che nel presentarsi. Ha un nome che da queste parti significa qualità (pensiamo a Simone Fracassi), ha avuto varie esperienze, la più importante alla Magnolia di Cesenatico prima di rientrare in questa città che sfodera ogni anno sommelier che fanno sfracelli, ma che in cucina è invece molto più timida. Siamo al bordo del centro storico con comodo parcheggio sotterraneo e il locale si presenta subito invitante a metà della piccola scalinata. In stagione un dehor accogliente, dentro una ventina di coperti semplici e curati. Alessandro Gelli gestisce bene la sala, le etichette sono poche, ma ben scelte. La cucina è ancora in rodaggio, vuole farsi notare, ha qualche imprecisione vuoi per frettolosità vuoi per la voglia di colpire sottolineando più del necessario alcuni piatti. Però si fa notare e bene: soprattutto nella sua fase iniziale ci ha convinto con due ottimi incroci di prto e mare mischiando in modo originale gamberi e carote prima e poi piselli e vongole.  Poi come dicevamo qualche eccesso di sapidità e di forza nei condimenti, ma si arriva alla fine desiderosi comunque di ritornare per rivedere e seguire la presumibile crescita di questo chef attento e aperto alle osservazioni e confronti il che è sempre una buon trampolino di lancio.

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