Octavin, l’ottava nota, forse l’estrema. Luca Fracassi in realtà è poi un tipo tranquillo, l’estrosità la sfocia più nei piatti che nel presentarsi. Ha un nome che da queste parti significa qualità (pensiamo a Simone Fracassi), ha avuto varie esperienze, la più importante alla Magnolia di Cesenatico prima di rientrare in questa città che sfodera ogni anno sommelier che fanno sfracelli, ma che in cucina è invece molto più timida. Siamo al bordo del centro storico con comodo parcheggio sotterraneo e il locale si presenta subito invitante a metà della piccola scalinata. In stagione un dehor accogliente, dentro una ventina di coperti semplici e curati. Alessandro Gelli gestisce bene la sala, le etichette sono poche, ma ben scelte. La cucina è ancora in rodaggio, vuole farsi notare, ha qualche imprecisione vuoi per frettolosità vuoi per la voglia di colpire sottolineando più del necessario alcuni piatti. Però si fa notare e bene: soprattutto nella sua fase iniziale ci ha convinto con due ottimi incroci di prto e mare mischiando in modo originale gamberi e carote prima e poi piselli e vongole. Poi come dicevamo qualche eccesso di sapidità e di forza nei condimenti, ma si arriva alla fine desiderosi comunque di ritornare per rivedere e seguire la presumibile crescita di questo chef attento e aperto alle osservazioni e confronti il che è sempre una buon trampolino di lancio.
Luca Fracassi
Cogliamo al volo l’invito di Thomas Bohrer (importante importatore di vini rari a Hong Kong e “cigar aficionado”) e ci ritroviamo con Filippo Calabresi, padrone di casa, e Simone Fracassi e altri amici, in una larga tavola imbandita con magnum preziose. Un bel bere davvero, accompagnati dai piatti del giovane chef appena arrivato al Borgo Syrah, Luca Fracassi ex Magnolia di Cesenatico, e poi il conforto delle ospitali camere dei Tenimenti D’Alessandro che ringraziamo.