L’Oro del Cipriani

Il vero “Oro” è con una “t” in più: l’orto, che cresce accanto e dove Davide Bisetto coglie quotidianamente fiori e verdure. Il risultato è notevole, l’inizio della cena è stato a dir poco entusiasmante con una serie di stuzzichini e piccoli bocconi, tecnici, eleganti, buonissimi con un tempura di fiori da applauso. Poi la cena è continuata su ottimi livelli, con qualche appunto: qualche ingrediente protagonista un pò coperto (ad esempio la sogliola) e qualche reminiscenza stilistica transalpina che ha volte fa piacere (nella precisione tecnica di alcuni passaggi, nella succulenza del panbrioche con foie gras e acciughe, nei dessert e nella pasticceria) ma a volte meno (soprattutto nei primi che vorremmo più “italiani”). D’altronde 10 anni di Corsica e 8 di Parigi con l’Arpege di Alain Passard come traguardo finale non si scordano e risaltano agli occhi. Ma crediamo che questo sia un bene, un’enorme esperienza acquisita che se equilibrata con un ritorno anche mentale in Italia alla fine potranno fare di questo ristorante una delle migliori tavoli non solo di Venezia (già lo è) ma di tutt’Italia. Davide è poi persona fine, squisita, appassionata del suo lavoro e speriamo di ritornare presto sperando di ritrovarlo su una linea ancora più vicina all’orto (che comunque è già largamente presente) e ad una maggiore aderenza ai nostri canoni, soprattutto in quelli che il mondo ci invidia.

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