L’inizio della cena, la “passeggiata nei campi” di Marco Cahssai, è il miglior “incipit” di quest’anno. Intrigante, profumato, ecologico, elegante, divertente, tecnicamente di valore, leggero di calorie ma gustoso, e con un messaggio finale: la cannuccia fatta con lo stelo del fiore. Un incipit che valeva già il viaggio e la sosta, ma la cena è ovviamente poi continuata. E dobbiamo dire con grande godibilità, anche se con qualche inevitabile sbavatura rispetto a quanto visto all’inizio. Soprattutto qualche nota sapida di troppo, qualche ridondanza di salsa e mantecatura a sfavore di una purezza espressiva. Però anche nel proseguo sono da citare i succulenti spaghetti (un po’ di succulenza ci vuole sempre in un menù), i tagliolini vegetali e soprattutto un dessert originale e di gusto pieno come la robiola con salsa fieno. In sintesi una cena segnata da molti spunti originali, con larga apertura al mondo vegetale che trova qui piena valorizzazione, con piatti di ottima valenza tecnica. Certo ci piacerebbe che la purezza essenziale dell’inizio della cena fosse mantenuta lungo l’intero percorso, ma già adesso possiamo dire che Marco Cahssai è un bravissimo chef da seguire da vicino e speriamo di tornarci pure presto. Ma non è da solo, con lui un team di giovanissimi under 30 che ben promettono, e una sala collaudata: siamo stati serviti dalla quota in rosa, formale e preparatissima Sabrina, umana e coinvolgente Martina. Entrambe da segnalare e l’ultimo applauso va alla struttura che ospita il ristorante, la Villa Rospigliosi riportata all’auge di un tempo dal grande lavoro di Giuseppe Carocchi.