Dopo tanti anni che conosciamo il pasha, ben due novità importamti, per noi insieme. La prima è il cambio di sede, in realtà già avvenuto da qualche mese. La sede vecchia era bellissima, con un terrazza prospiciente il Castello, al primo piano di una casa signorile e sembrava quasi di stare in una casa privata. Ma anche qui non siamo da meno. Sotto a un importante palazzo poco distante dal Castello, ma dall’altra parte della piazza, il locale occupa il seminterrato che è caratteristico con una serie di sale ampie e di vario genere, con una cantina ancora più in basso e, particolare importante ampi spazi all’aperto con un bel giardino che dà ulteriore respiro al ristorante. Particolarmente curato e bello è l’arredo, e anche qui sembra non di stare in un ristorante per altro bello, ma in un’ampia casa nobiliare. E infatti riceve Antonello Magistà, uno dei migliori interpreti del servizio di sala in Italia, che abbina classe istintiva a indubbia preparazione specifica. La seconda novità riguarda la cucina con l’arrivo di Antonio Zaccardi, per altro accompagnato dalla moglie Angelica, pasticciera che è pugliese e quindi per lui (abruzzese) è comunque un ritorno al sud. 12 anni con Enrico Crippa sono indubbiamente tanti, ed Antonio qui porterà di sicuro stimoli e annotazioni di grande cucina contemporanea che saranno coniugate con gli ingredienti del sud e in particolari di questo territorio. Un bel progetto che è appena partito ma che già ci ha convinto. Notevoli gli stuzzichini iniziali dove spiccano degli scoppiettanti asparagi e si sale subito in alto con i ricci e il gelato di mandorle e con la lattuga con caprino, ambedue buonissimi, che anticipano l’acuto dell’uovo con anguria bruciata, di spiazzante genialiatà (sembra una falda di peperone rosso). Una serie di assaggi, (da citare anche l’elegante ventresca con melanzane), di altissimo profilo, che trova, almeno per noi, una battuta d’arresto negli spaghetti freddi che personalmente non amiamo molto. Siamo agli inizi di un progetto di lunga portata e siamo curiosi di vedere dove arriveranno, secondo noi sicuramente in alto.