Il Leone felice dell’Albereta

Sono cambiate molte cose all’Albereta dopo l’addio del Maestro. Il locale si è sdoppiato (e si farà anche in 4 se consideriamo la futura tavola dello chef e il tavolo nella saletta dei salumi) ed ora offre lungo la giornata una formula più veloce e conveniente, ideale anche per chi soggiorna in albergo più giorni. Bella idea quella della nuova terrazza che offre una splendida vista sul lago a disposizione anche per la prima colazione del mattino (quest’ultima in termini di varietà e qualità di offerta ci sembra invece un gradino al di sotto di prima). E veniamo al ristorante che ha mantenuto la vista della cucina sulla sala e il maitre Ermes Cantera, per il resto anche qui grossi cambiamenti: in sala sono diminuiti i tavoli, in cucina rivisti gli spazi, e soprattutto è arrivato il giovane Fabio Abbattista, origine pugliese e poi in giro per l’Italia e non solo, che si è circondato di una giovanissima brigata. La linea di cucina, sarà la stagione estiva, ci è sembrata più mediterranea e visto l’origine dello chef, pensiamo che il pesce la farà da padrone, e in effetti i piatti presentati ci sono sembrati ben concepiti, un filo forse oltre le righe della semplicità dichiarata negli intenti, ma comunque piacevoli. La carne (non riportata nelle foto a seguire) ci ha dato il piatto migliore, il filetto di fassona alla pizzaiola con polvere di capperi e salsa acciughe, e quello peggiore, la spalla di agnello glassata con animelle cipolla e scalogno.

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