Di Redazione Witaly

Emergente Sud: i cuochi di Calabria e Sicilia

la prima volta di un calabrese, e a lui diamo la copertina:

la prima volta di un calabrese, e a lui diamo la copertina:

Luca Abruzzino (foto in alto)

ANTONIO ABBRUZZINO “ALTA CUCINA LOCALE”, (CZ)

Nasce a Crotone, trascorre la maggior parte dalla sua infanzia in un piccolo paese di campagna dove impara ad amare i prodotti genuini e tradizionali della sua terra, la Calabria. Si diploma al liceo scientifico e tutto pensava tranne che intraprendere la carriera del cuoco. Inizia infatti per gioco a lavorare nel ristorante di famiglia dove prende dimestichezza con la cucina, ma da lì a poco,  grazie agli insegnamenti del papà, la passione lo prende ed inizia a viaggiare alla scoperta di nuove sensazioni che stimolino il suo palato. L’ingrediente di cui non può fare a meno è il sole, fonte di energia vitale per gli uomini e gli alimenti. Per la creazione di un piatto, dice, “non c’è bisogno di fermarsi a pensare, l’intuizione deve nascere spontanea, da scene di vita quotidiana”. Per le grandissime potenzialità della sua terra, non la cambierebbe mai con nessun altro posto al mondo. Oggi il suo sogno è diventare un grande chef e non smettere mai di imparare.

 

Ninni Radicini

RISTORANTE “Fattoria delle Torri”, Modica (RG)

La sua storia personale e professionale è fatta di impegno, interessi, responsabilità e passione. La sua cucina si nutre di emozioni, di ricordi, impressioni e sapori che, senza inutili orpelli, rimangono riconoscibili nella loro semplicità. Ha amato questo lavoro sin da bambino, affiancandosi prima per puro divertimento alla cucina della nonna ed in seguito passando per pizzerie e ristoranti ricoprendo ruoli dapprima marginali poi sempre più impegnativi. Viaggia e soggiorna in varie città d’Italia dove ha avuto modo di conoscere a fondo la vita della gente comune e di assaporare i cibi delle diverse tradizioni. Queste frequentazioni e le sue speculazioni lo hanno convinto della sacralità del cibo, “in quanto contiene in sé la vita, e l’atto di cucinare diventa liturgia di un rituale del quale lo chef è il celebrante”. Per questo motivo il cibo per lui molto importante, così come la qualità della materia prima. Fa molto uso di spezie mediterranee e preferisce la birra al vino, per la quale suggerisce abbinamenti per percorsi gustativi fuori dal coro.

 

Giovanni Santoro

Shalai Resort, Linguaglossa (CT)

Nato a Linguaglossa, la sua passione per la cucina nasce da bambino, quando si incantava nell’osservare la madre e la nonna intente nella preparazione delle gustose ricette siciliane. Profumi impressi nella memoria che la domenica mattina avevano il potere di svegliarlo e farlo correre curioso in cucina. Inizia così la storia di Giovanni che, una volta terminato l’Istituto Alberghiero di Giarre, affronta le sue prime esperienze lavorative a soli tredici anni e poi decide di partire per estendere le sue conoscenze alle altre cucine regionali. Abruzzo, Emilia Romagna, Lazio, poi di nuovo Sicilia. Qui per cinque anni lavora con Giuseppe Cannizzaro a “La Giara” di Taormina e poi con Pino Cuttaia a “La Madia” di Licata. Torna infine a Linguaglossa dove la famiglia Pennisi, proprietaria dello Shalai Resort, gli affida le briglie del ristorante fin dall’inaugurazione. Qui ha modo di esprimere il suo senso di cucina legata al territorio dell’Etna per mantenere saldo il suo ideale di qualità e tipicità selezionando lui stesso le sue materie prime presso allevatori, agricoltori e caseifici.

 

 

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