Ma che bello questo AMO, ultimo nato a casa Alajmo, al centro del Fondaco dei Tedeschi completamente rinnovato e trasformato in un elegante magazzino (prima Coin, ora multigriffe) con al centro appunto questo ristorante senza barriere delimitato da un quadrato di divani, in perfetto stile veneziano. La cucina è affidata alla giovane Vania Ghedini, 29 anni, sotto lo sguardo di Silvio Giavedoni, poco lontano (al Quadri in piazza Sna Marco) e ovviamente la supervisione dei fratelli Alajmo. Buoni i due cocktails, semplicità negli assaggi vegetariani, e interessante la focaccia fritta al pomodoro e mozzarella. Da visitare la pasticceria che è accanto, una vera chicca.
Silvio Giavedoni
Cooking for Art Milano ha occupato il nostro sito facendo slittare alcuni altri avvenimenti ai quali abbiamo partecipato. Proprio la sera prima del nostro evento si sono festeggiati i 60 anni della Michelin, che oggi andiamo a riproporVi. La serata praticamente perfetta è andata in onda alcune sere fa per festeggiare i 60 anni della guida Michelin. Un’ambientazione coinvolgente, champagne e brunello in abbinamento ai piatti presentati de visu in 8 box direttamente da tutti gli 8 tre stelle d’Italia per la prima volta insieme a cucinare. Un grande evento svolto ad alto ritmo, senza inutili attese, con la possibilità di scambiare opinioni e commenti. Una bella lezione di stile da parte della Michelin.
Cambio di Chef al Settembrini
Cambio di chef al Settembrini il noto wine restaurant vicino a piazza Mazzini. Luigi Nastri è volato a Parigi a quella Gazette che ha reso famoso Petter Nilsson (oggi tornato in Svezia allo Spritmuseum di Stoccolma). Gli succede il giovane Federico Delmonte, un cuoco giovane elegante sorridente e preparato. Viene dalle Marche ed è stato portato a Roma dall’amore e speriamo che Roma lo accolga nel modo migliore. Al Settembrini troverà un ambiente stimolante, frequentato da molti appassionati, con una clientela preparata ed esigente che pensiamo ben valuterà questo chef che per i nostri ricordi merita. Ad assistere al passaggio di consegne anche Silvio Giavedoni, amico di Federico, chef del Quadri di Venezia. Una cena di buon livello con un piatto su tutti: le carote con prezzemolo.
Dom Perignon a Venezia, atto primo: il 2003. Un millesimimato difficile, una missione quasi impossibile, una sfida che Richard Geoffroy, chef de cave della celebre Maison, ha voluto fare per dimostrare che con la classe e l’esperienza si può sempre tentare. L’avevamo già assaggiato e lo riproviamo volentieri in un quadro che migliore non si può: il Quadri di Venezia, da tempo sotto la gestione collaudata della famiglia Alajmo e infatti in sala a ricevere è Raffaele, in cucina affidabile come sempre, Silvio Giavedoni.
Con molta curiosità abbiamo assaggiato e provato i piatti del Quadri. Conosciamo questo ristorante da 30 anni, ci venivamo a incontrare l’ amico Giancarlo Ligabue, imprenditore famoso, ma anche straordinario e valente viaggiatore ed etnologo. Nonostante la bellezza e la posizione il ristorante, da un punto di vista gastronomico, non ha mai decollato e ha sempre avuto (non è il solo a Venezia) difficoltà a conciliare il mondo della clientela locale con quello che viene dal di fuori.
Non è d’oro la pasta (meno male), ma la trafila. E a presentarla non Massimiliamo Alaimo in persona, ma i suoi due bravissimi aiutanti. Si beve anche di fino…insomma che serata!!! Grazie a Francesca e Gaetano Verrigni.Â