Siamo in tanti convenuti qui per la 42sima edizione della guida Espresso, tanti anni a testimoniare un percorso ricco di contenuti. Secondo Enzo Vizzari, il curatore da tanti anni, viviamo un periodo meno scintillante di qualche anno fa, con meno “geni” e un buon talento medio, insomma sono sempre gli stessi i primi della classe. Forse io sono più ottimista: vedo tanti giovani in gamba affacciarsi e fare i primi passi in questo settore. Però è indubbio che il successo dipende non solo dal talento e dalle caratteristiche individuali, ma anche dalle circostanze favorevoli. E sono meno ottimista sul percorso della nostra Italia di questi anni.
Raffaele Alajmo
Curioso vedere tanti cuochi che parlano della sala, ma è indubbio che avvertono il problema e sanno che è lì che si gioca il futuro dell’alta ristorazione (in quella media o bassa secondo noi il problema ormai non si pone nemmeno più). A convocare tanta bella gente ci ha pensato le Cantine Ferrari con la sua scelta di creare un premio specifico nel quadro delle classifiche internazionali dei 50 Best. Una serie di interventi interessanti che spaziano dalla Bocconi al Clovis Club di Londra e che si chiudono con l’intervento di Gualtiero Marchesi. Applauditissimo Antonio Santini, sarà lui a vincere per primo? Se lo meriterebbe a furor di popolo.
“La ristorazione è un settore portante dell’intera economia italiana” queste le parole di Lamberto Mancini dal palco di Cooking for Art di fronte ad una platea gremita di chef e ristoratori. L’ultima giornata di Cooking for Art ha fatto registrare un pienone da mattino alla sera grazie alla grande risposta della ristorazione del nord. Sono venuti in tanti, da Sella Nevea, Malga Montasio, che ringraziamo per la forma di formaggio, a ristoranti noti in tutto il mondo e qualcuno lo vedete nelle immagini seguenti. Un momento particolare? Paolo Lopriore con i due giovani chef, top di domani: Marco Ambrosino e Oliver Piras. Altro momento particolare: Antonio Santini con Raffaele e Massimiliano Alajmo che ci hanno parlato del progetto “tavola trasparente!
Ricevere un bel libro fa sempre piacere, è il regalo forse più gradito. Certo è che Fluidità, seconda opera di Raffaele e Massimiliano Alajmo, ci ha impressionato. Un libro molto particolare, sia nel racconto dove la conversazione tra i due fratelli fa’ da filo conduttore alle varie ricette, che nella presentazione delle ricette stesse che trova nell’acqua la sua modalità espressiva. L’acqua, che ricordiamo è comunque l’ingrediente più importante (come elemento costituente di tutti i prodotti ustilizzati in cucina, dalla carne al vino, per non parlare delle verdure), è indispensabile anche nelle cotture (per la trasmissione del calore dalla fiamma all’ingrediente). Ma qui assume il ruolo funzionale di dare movimento al piatto, di togliere la fissità patinata dell’immagine e di rendere queste ricette quasi vive, un pò come gli orologi molli di Salvator Dalì hanno cambiato le regole del tempo meccanico e la persistenza della memoria.
Dom Perignon a Venezia, atto primo: il 2003. Un millesimimato difficile, una missione quasi impossibile, una sfida che Richard Geoffroy, chef de cave della celebre Maison, ha voluto fare per dimostrare che con la classe e l’esperienza si può sempre tentare. L’avevamo già assaggiato e lo riproviamo volentieri in un quadro che migliore non si può: il Quadri di Venezia, da tempo sotto la gestione collaudata della famiglia Alajmo e infatti in sala a ricevere è Raffaele, in cucina affidabile come sempre, Silvio Giavedoni.