Secondo aperitivo in barca, accompagnati dai cortometraggi, dai vini di San Marzano, dai dolcetti di Patrizi e dagli assaggi di Marco Claroni, qui aiutato dal collega Fabio Di Vilio, del ristorante La Scialuppa a Fregene. Marco è sempre giovane ed entusiasta, ha fatto della sua Osteria dell’Orologio, un bistrot contemporaneo di cucina di pesce, amato e frequentato da tanti habituèes golosi. E conferma il suo estro con tre assaggi in linea con il fresco spirito dell’evento: un maritozzo salato, una scatoletta di salmone, un incisivo primo di fusilloni. Il pubblico segue e partecipa, al food e ai film , con attenzione e applausi finali.
Marco Claroni
Grazie all’attività della Camera di Commercio Italo Tedesca di Monaco negli ultimi anni abbiamo seguito con grande interesse la Baviera con nella sua azione di valorizzazione del patrimonio agroalimentare scoprendo una regione ricca, bella, e in tante cose molto vicina all’Italia non solo geograficamente. Abbiamo due volte portato chef italiani alla scoperta dei loro prodotti. Questa volta vengono loro a Roma, all’Hotel Flora e, dopo una conferenza stampa di presentazione dell’iniziativa da parte del Ministro in persona, Helmut Brunner, ecco un apertivo sulla terrazza, un piacevole BtoB con operatori italiani invitati, ammirati sia del panorama (nonostante il tempo inclemente) che dei vari prodotti presentati. E’ seguita una bella cena che abbiamo coordinato: 4 chef italiani in collaborazione con Stephan Fuss, giovane e valente chef bavarese (un ristorante di famiglia a una trentina di chilometri da Monaco). I 4 chef non erano casuali, tutti abbastanza giovani, tutti amici tra di loro, tutti molto capaci: Marco Claroni dell’Osteria dell’Orologio di Fiumicino, Roberto Campitelli dell’Osteria Monteverde di Roma, Davide Del Duca dell’Osteria Fernada di Roma, Riccardo Loreni di Cuoco e Camicia di Roma. Non a caso tutti locali dove si mangia bene, a prezzi competitivi per un menù d’autore non banale che con giusta misura, chi più chi meno, rielabora la tradizione romana, E si sono confermati affiatati e capaci in questa cena non banale, in doppia trasferta sia di luogo che di ingredienti. Una cena che ha sottolineati l’amicizia tra le due regioni, la grande qualità (pensiamo in particolare al filetto di carne, al salmerino, alla senpae) dei prodotti bavaresi, e anche la grande creatività e flessibilità di questa nuova generazione di cuochi romani che si sa far valere anche in situazioni non facili. In abbinamento vini della Franconia e naturlmente birree della Baviera con tanta musica allegra intorno. Morale alla fine i più sono rimasti ancora a chiacchierare e a brindare, un buon segno!
Quanto sarebbe costato un menù di 42 chef del calibro di quelli di ieri sera, il meglio del meglio di Roma e del Lazio? Ed infatti gli ospiti hanno apprezzato l’occasione riuscendo ad esaurire le oltre 4000 prozioni preparate e servite in meno di due ore (altro record). Una grande serata, per la qualità e quantità delgi chef, ma anche per l’atmosfera che si è creata. Due tavoli erano stati riservati a coloro che si sono sacrificati nei soccorsi: La Protezione Civile, e i Vigili del Fuoco. Il preside dell’Istituto Alberghiero di Amatrice, visibilmente commosso, ha ringraziato lo sforzo che ha fatto tutta la Ristorazione a favore dei terremotati. Una sala piena ha confermato che la solidarietà riesce a far arrivare a Rieti il suo messaggio. Grande insomma la partecipazione di tutti, ed ora avanti per la terza ed ultima serata.
Ed ecco la cronaca della giornata di Roots. La prima parte è dedicata alle erbe e alle radici del bosco con due relatori d’eccezione, Livio Pagliari ed Elvia Giosuè che raccontano storie di erbe spontanee e cucina. Dopodichè si procede alla presentazione dei cuochi arrivati da tutta Italia ed al sorteggio effettuato usando come bussolotti gli “occhi di lupo”, il formato del Pastificio dei Campi che ci sembrava in tema con il bosco. Eccoli i concorrenti: Alessandro Cannata del Moma di Roma, Damiano Donati del Punto di Lucca, Daniele D’Alberto del BR1 di Montesilvano, Christian Mandura del Geranio di Chieri, Davide Del Duca dell’Osteria Fernanda di Roma, Federico Delmonte di Chinappi di Roma, Francesco Palombo di Tenuta Esdra di Cassino, Luca Mastromattei del Pescion di Pescara, Marcello Tiboni della Locanda Walser della Val Formazza, Marco Claroni dell’Orologio di Fiumicino, Mariano Guardianelli dell’Abocar di Rimini, Riccardo Cappelli del Pellicano di Porto Ercole, Silvia Moro del Moro di Montagnana, Francesco Brutto di Undicesimo Vineria di Treviso, Carlo Nappo della Catina di Pordenone, Stefano Sforza del Turin Palace di Torino, Shady Hasbun de Le Rotte Ghiotte di Arezzo. E a poco la gara.
Vince il primo premio Christian Mandura del ristorante Geranio di Chieri nel torinese con il piatto “Misticanza di erbe spontanee, ravanello in agrodolce di aceto di lampone, tartufo, in brodo di finocchio e daikon di Roots”. La migliore ricetta del Bosco é stata quella di Francesco Brutto di Undicesimo Vineria che ha stupito la giuria con il suo “Carote viola alla brace, cipresso, dragoncello e Energinger (zenzero caramellato) di Roots. Il premio “Originalità della Ricetta” è andato a Marco Claroni dell’Osteria dell’Orologio di Fiumicino che ha preparato Carota allo spiedo, misticanza aromatica di erbe spontanee, daikon mediterraneo di Roots, chutney di pesca affumicata, su dadolata di pesche fresche. Marcello Tiboni della locanda Walser dell’Alta Val Formazza vince il premio miglior ricetta della pasta (paccheri del Pastificio dei Campi). Luca Mastromattei del Pescion di Pescara vince il premio miglior utilizzo del barbecue con la sua “Mezzamanica pastificio dei Campi con il pomodoro affumicato, timo Energinger, zenzero di Roots, e salicornia”. Stefano Sforza del ristorante vince il premio miglior ricetta “leggera” con le “penne del Pastificio dei Campi affumicate, citronette di zenzero fresco ed Energinger, insalatina di mela verde, salicornia, su base di pesca fresca”.
Dopo il brindisi alla Scalinata di Trinità di Monti, eccoci al Palazzetto, dove una decina di chef hanno presentato le loro ricette , alcune a 4 mani con un originale abbinamento con alcuni chef etnici residenti a Roma. Il libro ricordo della giornata è stato consegnato all’assessore Davide Bordoni in rappresentanza del Sindaco, presenti ovviamente i due ideatori: Roberto Wirth, proprietario dell’Hotel Hassler e Francesco Apreda chef dell’Imago.
Seconda semifinale con i giovani della Sicilia e per la prima volta anche della Calabria. Un confronto avviecente e per una spanna la spunta il giovanissimo cuoco calabrese, Luca Abbruzzino di Catanzaro. E’ lui il quarto finalista.
Seconda giornata di gara, si inizia con la Puglia. Sono veramente bravi i tre giovani chef a testimoniare la forte crescita della regione negli ultimi tempi. Un incidente di percorso (un ingrediente dimenticato) penalizza Danilo Vita e apre la strada della finale a Felice Sgarra di Umami, che va quindi alla finale.
Che bella serata! con tanti amici, come ad esempio qui di sopra, Alessandro Scorsone, Maurizio de Venuti, Beppe Bosin, la birra baladin sul tavolo, e ancora…come potete vedere dalle seguenti immagini.
Anche noi a Vinoforum, due sere, ieri e oggi dalle 19 in avanti fino a tardi. E’ un ambiente diverso, più animato e a volte meno attento, forse perchè la nostra lounge si è subito riempita oltre ogni previsione.