Con coraggio Emiliano De Venuti ha realizzato la nuova edizione di Vinoforum. Una manifestazione che da tanti anni ha un forte riscontro di interese e di pubblico e proprio per questo non facile da realizzare di questi tempi. Eppure, superati con pazienca i vari doverosi controlli, eccoci nuovamente a brindare con tanti operatori che magari si vedono raramente in giro e che è un piacere incontrare. Si percepisce la voglia di ripartire, e se seguiremo scrupolosamente le regole, riusciremo nell’impresa di convivere con la Covid, sperano sempre che arrivi il vaccino per poter finalmente fare a meno delle mascherine. Tra i vari assaggi, menzione speciale per gli gnocchi di Pennestri.
Adriano Baldassarre
Sono amici, Stefano Callegari, grande pizza a Roma, e Adriano Baldassarre (grande chef romano), e ora anche vicini di bottega con Adriano che ha appena aperto l’Avvolgibile, trattoria romana tradizionale poco distante. Ed era la serata per brindare tutti insieme, ma Stefano sta aprendo la “Rossa” a New York e non arriva per tempo. ci consoliamo con i piatti di Adriano, supplì, lassagne e cannelloni, e con la pizza di Stefano (o meglio dei suoi collaboratori di Sbanco) con l’ottimo finale: la capricciosa su ricetta di Adriano.
Il Tordomatto convince sempre di più con un locale accogliente e minimalista, con il suo eccellente servizio di sala, con la cucina di Adriano Baldassarre che potremmo definire romana ed evoluta, ma non priva di qualche azzeccata contaminazione (dovute magari alla sua esperienza indiana). L’occasione è il Laudemio, siamo al trentennale per questa storica iniziativa dovuta ad un gruppo di produttori toscani (con Frescobaldi alla guida) che dopo la terribile gelata del 1985 decisero di ricominciare con un percorso di qualità (a quei tempi non c’erano ancora i Consorzi). Quest’anno l’olio viene raccontato nelle cucine di 8 nobili ristoranti e gli invitati coinvolti anche nelle valutazioni della bontà del piatto. A fine anno saranno svelati i vincitori, il tutto ben organizzato e coordinato da Fausto Arrighi. Ci godiamo l’olio, i vini e la serata con il bel menù proposto da Adriano: superbo il pane, ottimo anche il croissant che un pò debordava sul cappuccino, intrigante il primo che non a tutti è piaciuto, ma che invece ci ha convinto anche perchè riusciva a far ben risaltare l’olio. Più debole secondo noi la lingua, e gran finale con uno dei dolci più golosi dell’anno: un cioccolato fondente da appaluso.
Stavolta la novità grossa c’è, anzi forse due. La positiva è il nuovo 3 stelle, Norbert Niederkofler del St Hubertus, nessun commento se non positivo per la qualità, spessore anche etico del personaggio. Curiosità, con la vicinissima Siriola (seconda stella) San Cassiano diventa la frazione (500 anime) più stellata al mondo. E a proposito di Siriola, ci complimentiamo con Matteo Metullio, a suo tempo vincitore di Emergente Chef, arrivato al traguardo della seconda stella. Altri emergenti che ce l’hanno fatta quest’anno: Francesco Brutto, Davide Pezzuto, Adriano Baldassarre e appunto Alessio Longhini, che, coincidenza, è anche per la guida Touring Giovane Chef dell’Anno, o meglio Top Domani nel nostro lessico.
La nota negativa? ovviamente chi ha perso la stella, soprattutto i due che sono passati da due a una, due chef famosi come Claudio Sadler e Carlo Cracco. Il primo l’ha presa un pò male, è un grande professionista e vedremo come sarà la sua reazione sul campo. Il secondo è alla prese con un grande progetto (anzi due) e la risposta sarà ancora più visibile.
Tra i locali più interessanti della Caapitale è senza dubbio questo Tordomatto, che sembrava nato come bistrò di cucina romana e sta diventando ristorante non privo di ambizioni e con un ampio orizzonte culinario. Merito soprattutto dello chef, Adriano Baldassarre, ormai di lunga esperienza culminata in un significativo passaggio in India. Qualcosa rimane ancora del bistrò, come i tavoli troppo ravvicinati e qualche piatto di frettolosa finitura, ma le ambizioni trovano riscontro nel complessivo livello di cucina (tra l’altro ci sono piaciuti in genere più i piatti innovativi che quelli classici), nei dettagli come l’ottimo pane e i grissini, la buona pasticceria e il servizio curato di sala. Rimane ancora da “bistrò” il prezzo, e questo è un segnale che merita ulteriore lode. Tra gli antipasti decisamente meglio gli scampi e le patate al latte di capra, dei due più classici polpo e coniglio, a seguire due buoni primi, e tra i secondi meglio la carne di una un pò pasticciata pescatrice. Un finale di livello con dei dolci buoni (ma anche questi di perfettibile presentazione).
Quanto sarebbe costato un menù di 42 chef del calibro di quelli di ieri sera, il meglio del meglio di Roma e del Lazio? Ed infatti gli ospiti hanno apprezzato l’occasione riuscendo ad esaurire le oltre 4000 prozioni preparate e servite in meno di due ore (altro record). Una grande serata, per la qualità e quantità delgi chef, ma anche per l’atmosfera che si è creata. Due tavoli erano stati riservati a coloro che si sono sacrificati nei soccorsi: La Protezione Civile, e i Vigili del Fuoco. Il preside dell’Istituto Alberghiero di Amatrice, visibilmente commosso, ha ringraziato lo sforzo che ha fatto tutta la Ristorazione a favore dei terremotati. Una sala piena ha confermato che la solidarietà riesce a far arrivare a Rieti il suo messaggio. Grande insomma la partecipazione di tutti, ed ora avanti per la terza ed ultima serata.
Un invito gradito per una serata piacevolissima: vuoi per ritrovare Adriano Baldassarre chef di ormai lunga e solida esprienza, vuoi per i vini di Marramiero serviti in Jeroboam che ben si adattano ad una cena conviviale. Il nuovo Tordomatto rispetto al primo, a quello di Zagarolo, è più grande, meno pretenzioso, sorprendentemente con prezzi più abbordabili e sicuramente più comodo per noi cittadini. Dal vecchio al nuovo Adriano è andato abbastanza in giro, compresi due anni in India che crediamo lo abbiamo non poco segnato e saremmo curiosi di assaggiare qualche ricetta “contaminata”. Pensiamo quindi che avrà molte cose da raccontare, ma stasera è una cena speciale basata su grandi vini classici serviti in doppio magnum e anche Adriano propone i suoi classici che comunque lasciano il segno (positivo) con al vertice un ottimo agnello. Curiosità, ha di fronte (o quasi) il panificio di Bonci, ma preferisce farsi il pane da solo, ed è buonissimo. Complimenti a lui e ad Enrico Marramiero che con semplicità e immediatezza ha introdotto i suoi vini, senzza inutili ghirigori, tanto parlavano da soli, e bene.
Meno noto di altri chef al grande pubblico, ma Salvatore Tassa non è secondo a nessuno per originalità, potenza espressiva, gusto complessivo del piatto. Anche in trasferta non si è tirato indietro e ha presentato un menù complesso, lungo, il cui unico difetto è stata l’inevitabile lunghezza di servizio. Ma assaggiare piatti di questo livello in un’ambientazione stroardinaria come quella de Les Paillottess, crediamo sia stata per i presenti un’esperienza da ricordare. Chiuderemo il ciclo di queste serate il prossimo weekend con Mauro Uliassi (venerdì sera) e Heinz Beck (la domenica sera).
E via! Prima serata di Heinz Beck, doveva essere il primo summer dinner, è stata invece una serata autunnale con un temporale con i fiocchi che ha costretto Andrea La Caita direttore de Les Paillottes, a ripiegare all’interno e ad accendere i funghi riscaldanti nella veranda! Se il tempo è pazzo ed inaffidabile, Heinz Beck è invece una sicurezza. La sua fama è tanta e tale che le prenotazioni erano per il doppio dei posti disponibili! Una cena precisa, ben scandita, che ha accontentato tutti per la sua varietà: piatti eleganti come la ricciola all’inizio e il dessert alla fine, piatti più decisi come l’astice e la spigola, un classico evergreen come i fagottelli. Gran servizio nonostante il cambiamento e alla fine almeno la pioggia ci ha risparmiato nel ritorno.