Di Redazione Witaly

Stasera i grandi Chef del Lazio per l’Emilia: le parole di Massimo Bottura

Riceviamo da Massimo Bottura questo messaggio in occasione della cena che per la prima volta vedrà uniti tutti i più noti chef del Lazio: 

Riceviamo da Massimo Bottura questo messaggio in occasione della cena che per la prima volta vedrà uniti tutti i più noti chef del Lazio: 

Francesco Apreda del ristorante Imàgo dell’Hotel Hassler, Heinz Beck della Pergola dell’Hilton, Cristina Bowerman del Glass, Alessandro Circiello FIC e Euro-Toques, Antonello Colonna del Vallefredda Resort, Arcangelo Dandini del ristorante L’Arcangelo, Riccardo Di Giacinto del all’Oro, Andrea Fusco del Giuda Ballerino, Anthony Genovese del Pagliaccio, Oliver Glowig del ristorante dell’Hotel Aldrovandi, Cristiano Iacobelli dell’Atlas Coelestis, Noda Kotaro del ristorante La Magnolia del Grand Hotel Via Veneto, Luciano Monosilio del ristorante Pipero al Rex, Luigi Nastri del Settembrini, Gianfranco Pascucci  del Pascucci al Porticciolo, Salvatore Tassa de Le Colline Ciociare, Giulio Terrinoni dell’Acquolina, Angelo Troiani,  del Convivio, Daniele Usai del ristorante Il Tino di Ostia.

Questa sera 400 persone, (150 di staff, chef, aiuti, espositori ecc.., e 250 di ospiti) daranno vita ad una serata emozionante e indimenticabile alle Officine Farneto.

Ed ecco le parole di Massimo Bottura (che ci ha  indicato l’onlus alla quale versare la cifra raccolta):

“In queste settimane abbiamo potuto leggere la parola “terremoto” in una miriade di contesti diversi, l’abbiamo visto personificato, maledetto, ingiuriato a volte giustificato Ma “il terremoto”, “un terremoto”, “i terremoti”, sono le parole che usiamo per raccontare un fenomeno naturale terrificante e misterioso. Forse terrificante proprio perché misterioso.

Lovecraft diceva: “Il sentimento più forte e più antico dell’animo umano è la paura, e la paura più grande è quella dell’ignoto”.

Portiamo tutti i segni di uno sconvolgimento , la gente dell’Emilia, il suo territorio la sua economia. La natura ha bussato e non ha aspettato che noi aprissimo le nostre case, le ha sventrate, si è reimpossessata dei campi, si è fatta strada nei centri dei nostri paesi, mutilando chiese e campanili, monumenti e case. Capannoni industriali e artigianali, magazzini e stalle. Ha spento vite umane.

Al di là dei danni,  dei caseifici sventrati, dei capannoni accartocciati, dell’aceto spalmato sui solai la cosa che traccia il segno più profondo sulla nostra terra in questo momento è la sensazione di totale insicurezza per il futuro. Questo sconquasso ci sta restituendo una capacità di essere uniti, solidali e umani. La capacità di fare gruppo e di condividere le forze residue. Stiamo riscoprendo l’esigenza di sentirci parte di un territorio, la volontà di ripartire, lavorando sotto i gazebo, imbottigliando l’aceto balsamico nei cortili, recuperando le forme di Parmigiano Reggiano prima che il caldo le deteriori, preservandole nelle cantine, come una volta. Sicuramente i danni materiali sono stati enormi: tantissime famiglie sono rimaste senza un reddito a causa dei luoghi di lavoro evacuati nel migliore dei casi, quando non totalmente sgretolati. Questo terremoto per certi versi ha fatto meno rumore di altri, forse perché questa è la terra dei lunghi silenzi e della nebbia ovattata. Ma questa terra che sembra così lenta è sempre stata abituata ad essere in movimento, concentrata e costante. Con questo stesso silenzio cerchiamo di seguire tutte le iniziative che il territorio italiano, i colleghi e gli amici stanno organizzando per sostenerci. Così, senza clamore, senza spettacolarizzazione cerchiamo di esserci.

Non credo nella beneficenza come spettacolo, non credo nelle raccolti di fondi senza obiettivi concreti. Io credo nella rete, credo nei rapporti di sostegno tra le piccole realtà di provincia che in silenzio si tengono per mano e creano una forza nuova. Per ogni evento che si organizza è fondamentale dare un aiuto mirato, ieri a una scuola di Finale Emilia, oggi a Fattoriabilita (Birrificio Vecchia ORsa, onlus, nota di Luigi), domani al Rigoletto piuttosto che tutte le piccole realtà p iene di passione del nostro territorio meraviglioso. 

Non sappiamo cosa ci aspetterà domani ma sicuramente noi non ci fermeremo. L’unico modo per non avere paura è di avere la capacità di sperare. Nel nostro futuro c’è ancora futuro”

Massimo Bottura

 

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