L’Hotel Bellevue è un piccolo regno di coccole, un’ospitalità messa a fuoco in quasi un secolo di vita e quindi perfettamente funzionale, mirata e piacevole. Tutto sembra facile scontato ed ovvio, ma non è così: è il frutto di tanti anni di lavoro, di porsi delle domande, di mettersi in discussione sempre avendo ben chiara la finalità: il cliente al centro di ogni azione e idea. E’ un posto da prendere come esempio, come pietra di paragone, come ispirazione di possibili soluzioni, idee e situazioni che fanno la differenza. Mancavamo da alcuni anni, e quindi il piacere della (ahimè brevissima) sosta è stato doppio. Anche la ristorazione è stata a lungo studiata ed è articolata, infatti la famiglia Roullet offre ben due alternative esterne (Brasserie de Bon Bec e Bar à fromage) e due interne all’albergo (ristorante quotidiano e le Petit). E proprio di quest’ultimo qui parliamo. Una sala piccolissima che è un vero gioiello, con 4 tavoli ognuno dei quali rappresenta un’epoca differente. Dalla semplicissima tavola dei bisnonni, ad altre tre tavole che mostrano l’evolversi della mise en place (e forse in futuro i tavoli cresceranno per rappresentare anche il presente e il prossimo futuro). In cucina e in sala c’è un personale giovane, attento e gentile, ed nache esperto. La cucina sta probabilmente affrontando una fase evolutiva, dall’attuale cucina curata ma di sostanza, che vuole rappresentare con la dovuta opulenza la cucina della Valle (ricca di nobili prodotti e tradizioni e a cavallo di tre regioni/nazioni) e i messaggi che ormai arrivano dalle nuove tendenze e stimoli verso una cucina più green, più sana, più sostenibile. Così nello stesso menù abbiamo oscillato tra due mondi differenti come il risotto con cipollotto e coda arrostita e l’elegante salmerino in fiore di zucca. Sarà interessante vedere quale sarà la direzione in futuro presa, una ragione in più per rirntoare in questo posto che per noi è sempre una certezza.