Di Redazione Witaly

La Macchiole al Settembrini

Le Macchiole, una piccola azienda che vanta ben tre etichette di punta. Questo grazie ad una sapiente impostazione di Eugenio Campolmi prima e poi, alla sua scomparsa, all’ottimo lavoro della moglie Cinzia. Fin dall’inizio una scelta coraggiosa soprattutto in un territorio che sembrava prediligere solo l’uvaggio bordolese, e cioè quella di vinificare i vitigni in purezza. Sono nati così il Paleo, il Messorio, lo Scrio, tre grandi vini che negli anni hanno concorso a costruire la fama dell’azienda e di Bolgheri.

Le Macchiole, una piccola azienda che vanta ben tre etichette di punta. Questo grazie ad una sapiente impostazione di Eugenio Campolmi prima e poi, alla sua scomparsa, all’ottimo lavoro della moglie Cinzia. Fin dall’inizio una scelta coraggiosa soprattutto in un territorio che sembrava prediligere solo l’uvaggio bordolese, e cioè quella di vinificare i vitigni in purezza. Sono nati così il Paleo, il Messorio, lo Scrio, tre grandi vini che negli anni hanno concorso a costruire la fama dell’azienda e di Bolgheri. E ieri sera in una piacevole e ristretta compagnia, abbiamo brindato con Cinzia e con i piatti del Settembrini (un pò sotto tono, forse perchè mancava lo chef Luigi Nastri), scoprendo un inaspettato e piacevole Paleo bianco, per poi passare al vino di base le Macchiole e concentrarsi sui tre grandi rossi, dove il Messorio questa volta è rimasto leggermente indietro alla classe degli altri due.

 

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