Venivamo qui tra fine anni ottanta e inizio novanta per goderci quest’albergo semplice di tre stelle, ma con dietro una coppia che già si faceva valere: Elisabetta e Giovanni Bassetti. Lui un pò burbero ma schietto, faceva già buona cucina di pesce di lago (e non solo) e faceva la differenza con il circondario un pò spento da un punto di vista gastronomico. Il figlio allora piccolissimo intanto è cresciuto ed è andato in giro per il mondo e soprattutto a Parigi dove con Robuchon, Alleno e Thierry Marx ha potuto vedere e assorbire riflessi di grande cucina. Da un anno è tornato e il padre, con grande senso di responsabilità, ha fatto un passo indietro riconoscendo il valore acquisito del figlio, e si è messo umilmente a fianco ad aiutarlo in cucina. E tutti insieme si sono lanciati in questa nuova avventura: albergo rinnovato, osteria che continua la tradizione paterna, e nuovo ristorante gourmet: La Tavola. Un menù di 9 portate ( a 95 euro, mentre 6 portate sono proposte a 65 euro) è il modo migliore per apprezzare la cucina di questo chef giovanissimo, che però dimostra maturità e carattere. Una cucina che si impone subito per tecnica ed eleganza, per la raffinata soluzione di alcune ricette, per la classe che traspare nella misura delle cotture e degli abbinamenti. Il limite è il suo pregio: la forte impostazione francese, che si ritorce contro, a nostro avviso, quando si vanno a proporre i primi piatti che tendono a perdere l’impronta mediterranea per scivolare nelle emulsioni e nelle salse. Ma prima e dopo è un vero piacere goderci la raffinatezza della tartara conica di tonno, dell’altro pesce servito a cono (il branzino), del lavarello accuratamente ricomposto, della pasticceria salata e dolce che apre e chiude l’esperienza. Un ultimo plauso a mamma Elisabetta, sempre pronta con il sorriso ad allietare l’ospite, mentre guarda con trepidazione il figlio ormai proiettato verso un nuovo mondo.