Il Palagio del Four Seasons di Firenze

Siamo in presenza di un grande albergo, di una grande clientela e di una grande brigata. Tutto questo è apprezzabile, posti così in Italia ce ne dovrebbero essere a diecine, e invece si contano sulle dita. Il Four Seasons comunque ne metterebbe in fila parecchi e gli “unicum” che può vantare ne fanno una meta pregiata ed esclusiva del turismo “top” a livello mondiale. Nel bel parco è operativa da poco una “trattoria” specializzata in bistecca e pizza, il bar offre un ulteriore offerta che viene incontro al pubblico e al Palagio Vito Mollica propone una cucina di classe, che non dimentica il territorio e che è ben lontana da tante opache e andanti cucine alberghiere d’Italia (anche tra i 5 stelle), e che infatti è ben apprezzata anche dai fiorentini. Il prezzo è alto, ma giustificato dal posto, un pò troppo alto magari il ricarico sui vini. Un lungo menù ci ha fatto apprezzare la grande varietà di stimoli e idee che ci sono alla base, il crescendo dei sapori, l’utilizzo di un’ampia gamma di ingredienti dove non mancano quelli di pregio, ma dove trovano spazio anche i sapori dell’orto soprattutto toscano (di appartenenza) e lucano (d’origine dello chef). Un servizio praticamente perfetto ci incuriosisce con un curioso vino d’Oltralpe, dalla cucina ci arrivano i sapori esaltanti dei calamaretti con ceci neri, dei famosi cavatelli e di un ottimo pollo di Laura Peri seguito da un piccione altrettanto buono. Leggermente sottotono la capesanta e i pici, e un pò criticabile la monotonia del servizio a piatto tondo che impone poi una costruzione centripeta della ricetta. Una lode finale a Vito Mollica che pur destreggiandosi tra Palagio e Conventino, tra sala e cucina, tra decine di collaboratori…non perde mai la calma ed il sorriso, insomma un professionista come pochi.

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