Forse nulla è indimenticabile, ma tutto è gradevole: dal nome curioso alla location originale e un pò nascosta sotto la scalinata che porta al Colle Oppio, dall’arredo gradevole alla cortesia dell’accoglienza. E poi c’è la cucina di Riccardo, giovane ma non giovanissimo chef che ha accumulato varie esperienze nella Capitale. Predilezione per i fritti (pure troppo, le crocchette saltano fuori in varie riprese, secondi compreso), sopra le righe anche qualche condimento, ma alla fine si mangia benino e si spendono 39 euro (menù degustazione) che alla luce di quanto detto ci sembrano proprio ben spese. Il piatto migliore? il kebab, bruttino a vedersi, ma decisamente buono in bocca.