L’articolo è stato scritto prima dello stop delle attività ristorative dovuto al Covid-19.
A mamma Vittoria è dedicata la Cascina ed è Lei, donna del sapiente sud, a tener unita la squadra familiare, tutta al maschile, da papà Giuseppe che segue la corte e che ha avviato l’azienda, all’instancabile Marco che dirige e coordina la ristorazione oltre ad essere il maitre di sala, al fratello Alessandro che aiuta e tiene i conti, e segue anche la griglia, ed infine al più giovane, non ancora trentenne, Alessandro, che ha preferito girare per cucine famose (Cannavacciuolo, Oldani ecc..) più che andare per discoteche; e se proprio si vuole divertire eccolo là a rinvigorire il lievito madre e a pensare a nuove tipologie di pane e dolci lievitati. Sono attivissimi ed il riscontro quindi non manca, merito degli ottimi ingredienti adoperati e di Giovanni che ce la mette tutta per fare bella figura e dare una marcia in più alla cucina che ci si aspetterebbe in un locale fuori porta in ambiente rurale. Sensazionali ci sono parsi gli spaghettoni burro ed alici, ed interessante anche il piccione (abusatissimo in tutta la nostra ristorazione) ma qui presentato in versione decisamente originale. Poi qua e là le sbavature non mancano (troppo parmigiano nella parmigiana, troppo mantecati il plin, troppa liquirizia nel risotto, il dessert un po’ banale, la pasticceria un po’ rozza). Ma nel complesso si avverte come in pochi altri posti la voglia di mettercela tutta e di emergere, la passione di tentare e ritentare, il desiderio di migliorare. Sono anche tanti e coesi, Giovanni è poi veramente ancora giovane, ed è facile prevederne una importante crescita.