Casa del Nonno 13

Era già bella prima, ora è ancora più completa e coinvolgente con il grande giardino degradante che allunga nel verde e nell’orto la struttura. Questa Casa del Nonno è sorprendente. Quasi anonima all’esterno, si rivela poi dentro piena di differenti spazi, salotti e sale, cortili e passaggi coperti, grottini e cantine di ampio respiro il tutto collegato con più livelli e arredato con passione e gran gusto conservando intatto la tipica atmosfera di una bella casa borghese. Raffaele Vitale ha contribuito non poco alla fama di questo ristorante (ed anche alla stella michelin conquistata anni fa), ora non c’è più e veniamo invece accolti da Pasquale Marzano, comunque noto e bravo patron di sala. Anche in cucina ci sono stati cambiamenti e ai fornelli è l’esperto e maturo Alberto Annarumma. Hanno una non piccola responsabilità, quella di continuare il gran lavoro fatto negli anni e mantenere la struttura ai livelli ai quali siamo stati abituati. Ci sono riusciti? la risposta al momento è interlocutoria, non tanto per la sala che trova in Pasquale un consumato interprete affiancato per altro da bravi collaboratori (ahimè tutti al maschile, mentre in una Casa ci vorrebbe anche una presenza femminile). E’ la cucina che andrebbe messa a fuoco. Lo chef è bravo ed esperto come la serie di assaggi per varietà e metodi conferma. Cerca di seguire il filone storico della Casa, quello della  tradizione, ma le animelle sono troppo caramellose e gli spaghetti con troppo pomodoro. Ci sembra più portato verso la creatività, vedi ad esempio gli stuzzichini iniziali e l’elegante composizione di gamberi e quinoa, ma poi i piatti a seguire risultano meno convincenti. Insomma, la tecnica e l’esperienza non mancano, quello che difetta attualmente è l’identità, che però, con maggior chiarezza di quale direzione prendere, è alla portata di questa brigata.

Potrebbe interessarti

Radio ufficiale del Maggio della Musica Polisonnografia a domicilio Napoli Livenet News Online