Curiosa la location, siamo su un’isola del grande fiume, un’ isola artificiale, in quanto prima grande penisola e poi è stato scavato l’ulteriore canale che ha separato questo lembo di terra dalla sponda. Anche il posto è grande, ci sono varie sale che si aprono una dopo l’altra, ma fuori dalle feste e dai banchetti si vive un’esperienza tranquilla e serena in una delle piccole salette. Cucina di territorio, popolare, ma curata nella ricerca degli ingredienti, gestita da tempo dalla stessa famiglia, i Cattivelli. Li abbiamo messi in copertina perchè i Cattivelli sono in realtà bravissime persone. Luca in sala racconta con passione l’enciclopedica ricchezza del circondario (è anche Presidente della Strada dei Sapori), mentre la cucina, tutta al femminile, ne coniuga il ricettario. Tutto secondo quanto ti aspetteresti da una buona trattoria di campagna (e che invece è poi raro trovare): c’è solidità, ricerca e coerenza, un pò di approssimazione (ma siamo pur sempre in una trattoria), un filo di leggerezza che invece non ti aspetti (e che è lodevole).