Tre Cristi e siamo, se non ci sbagliamo, a tre chef. Tutti bravi o molto bravi (pensiamo al primo, a Paolo Lopriore), segno che il locale nei cambiamenti ha sempre mantenuto un buon livello. Da qualche mese è qui Franco Aliberti, cresciuto a San Patrignano e poi in giro per l’Italia, sceso a valle dalla sua ultima esperienza in Valtellina. Nasce come chef patissier, (e in effetti anche qui il finale è interessante seppur giocato sugli stessi ingredienti), ma con talento curioso e aperto ad altri fronti. Ed infatti si destreggia e bene proponendo con coraggio un menù imperniato su ingredienti cosiddetti poveri, realizzato con grande coerenza, affiancato da un buon pane, da tanto burro, con il salmerino come piatto migliore e gli spaghettoni al pomodoro come il meno convincente. Da segnalare anche i due curiosi menù, il primo “In Città” quartiere per quartiere, il secondo “A due passi da Milano” che due passi poi non sono visto che ci si allontana anche di 200 km. Ultima annotazione: ci sembra felice il connubio, tra Franco in cucina simpatico e un pò scanzonato con la solarità del sud, e Monica Angeli in sala precisa e di efficienza austrungarica.