Difficle dire di no a Maurizio Cortese e quindi eccoci a tavola con un bel gruppo di colleghi (Luciano Pignataro, Albert Sapere, Guido Barendson, Antonio Scuteri), di ristoratori valenti come Peppe Guida e Mariella Caputo, di produttori (Claudio Cerati per il salmone e Tenuta Fontana e Abbazia di Crapolla per i vini). Si beve bene, si mangia pure l’ottimo pescato locale e soprattutto si passa una bella serata, brindando e scongiurando il covid!
Peppe Guida
Ritrovarsi tra gli amici, ritrovarsi intorno ad un tavolo, ritrovarsi con grandi vini e ottime ricette. Dopo tanti mesi eccoci nuovamente a celebrare la convivialità intesa nel suo modo migliore in questa “secret place” del Pastificio dei Campi. Un posto unico soprattutto per il pensiero ed il cervello che è dietro: quello di Giuseppe Di Martino, grande imprenditore, ottimo intenditore di pasta e di champagne e non solo. La cosa che forse gli riesce più bene è proprio questa: di farci sentire meglio che a casa e di condividere con lui i sogni. Il suo, oggi, è quello di stupire il mondo nel luogo più difficile che ci sia: Manhattan, dove è passato e passa tutto e il contrario di tutto e dove non c’è più nessuno o qualcosa che possa far sbalordire. Però da come ci ha descritto il ristorante che a suo nome sta per aprire al Chelsea Market, crediamo che stavolta se ne parlerà a lungo, perfino a NY. Con noi a godere della piacevolissima serata: gli chef Peppe Guida praticamente di casa, i due giovani chef Alessio Rossetti e Matteo Limoli in partenza per la Grande Mela, la chef JRE Annet Teich di Montpellier. E come compagni di tavolo: Margherita Foglia, la bravissima assistente di Giuseppe (onnisciente sulla pasta, ma se la cava e come sullo champagne), Marianna Ferri, Riccardo Liberatori, Emanuela D’Ambrosi (Armatore), Antimo Caputo e signora e ovviamente Lorenza Vitali.
Nuova edizione di LSDM e nuovo corso: non più cucina dal vivo, ricette spiegate, cuochi al lavoro. Largo spazio ai microfoni e anche qui scelte coraggiose degli organizzatori (Barbara Guerra, Albert Sapere, Luciano Pignataro): parlano a lungo uno dopo l’altro quelli che in genere parlano poco (pizzaioli e chef), mentre i giornalisti in genere loquaci vengono messi tutti insieme, e gestiti in meno di un’ora. A favore è l’ampiezza trasversale e la varietà delle tematiche affrontate, a sfavore secondo noi l’eccessiva lunghezza di alcuni interventi e lo sforamento degli orari. Però LSDM rimane uno degli eventi più piacevoli e interessanti del circuito enogastronomico, il migliore di tutto il Sud, e non solo.
LSDM edizione 2020, cambia pelle e si rinnova ma non dimentica i giovani in cucia e in sala.
Torna l’appuntamento con LSDM, il congresso internazionale di cucina d’autore quest’anno è in programma il 2 e 3 Ottobre al Savoy Beach Hotel di Paestum (SA) e girerà intorno ai temi di sostenibilità, etica ed estetica.
Tante le novità, ad esempio non ci saranno i consueti cooking show che hanno accompagnato le edizioni precedenti, stavolta infatti i cuochi verranno impegnati in dei “tavoli di lavoro”. Una scelta che ha uno scopo ben preciso, quello di valorizzare gli aspetti culturali e umanistici dell’alimentazione in modo da comprendere ogni aspetto che si nasconde dietro la realizzazione di un piatto, andando oltre la semplice tecnica messa a punto dal singolo interprete. Saranno presenti come sempre chef di calibro internazionale, giovani promesse ed esperti di cucina ma anche numerosi studiosi e professionisti del settore proprio per intraprendere un approccio in qualche modo “diverso” al mondo del cibo. Inoltre, per la prima volta LSDM 2019 sarà un evento completamente eco-friendly, con l’uso di soli materiali riciclabili e plastic free, un’iniziativa da cui prendere spunto in questo momento di estrema urgenza ambientale. Tanti gli ospiti che prenderanno parte alla kermesse come Cesare Cunaccia, giornalista e trendsetter, Marco Malaguti, esperto di nutraceutica, Lucia Galasso, antropologa dell’alimentazione, Nicoletta Poliotto, specialista in food marketing e tanti altri.
Peppe Guida, con l’orto in poppa
Tornare da Nonna Rosa e non vedere Lella è purtroppo una tristezza. Oggi manca pure Rossella, ma solo per un impegno. Abbracciamo Peppe e lo lasciamo fare. La mattina è passato per l’orto ed ecco che da’ vita a tre piatti straordinari: l’hamburgher di friarielli e nduja, la pasta perfettamente equilibrata tra fave bergamotto e cipolle per offrire sponda dolce e acida consistenze soavi e croccanti, ed infine il carciofo croccante all’uovo che ci piacerebbe assaggiarlo in bel confronto con quello dei fratelli Serva. Tre grandi piatti davvero, forse meno brillante l’inziio (a parte il ricordo del cornicione che è un altro piccolo capolavoro) e il finale dolce, buono, ma non allo stesso livello dei piatti sopracitati. Insomma Peppe con l’orto di Montechiaro ha una marcia in più.
Uno stabilimento un pò anomalo quello del Pastificio dei Campi, in quanto comprende un annesso ormai ben conosciuto ai gourmet. Qui di tanto in tanto Giuseppe Di Martino, funambolico imprenditore della pasta, organizza cene private ad invito che sono tra le più note del settore. In questo ci ricorda un altro grande amico, Franco Martinetti, che soprattutto negli anni novanta di tanto in tanto organizzava cene da ricordare invitando i suoi amici. Se Franco amava chiudere con l’Armagnac dell’anno di nascita, Giuseppe ama lo champagne e, dobbiamo dire, non lo nasconde. L’altra sera a esibirsi era Alessandro Ciriello, giovane chef belga di origine italiana de L’Horizon di Chaumont-Gistoux, coadiuvato dall’immancabile Peppe Guida. E abbiamo assaggiato dei primi molto interessanti con qualche cuto tra cui non posso non citare almento gli ziti rotti con le verdure dell’orto di Peppe a Montechiaro. Di certo straordianria è stata la sequenza di champagne con delle chicche che solo GIuseppe Di Martino (e pochi altri) conoscono. Ma altrettanto straordinario è il contesto ed il coinvolgimento che GIuseppe riesce a trasmettere ai suoi ivnitati. Grazie Giuseppe delle tante belle parole!
In perfetta concidenza con Juventus-Napoli ci ritroviamo al Pinturiccchio 40, nuovo locale della Capitale dove per l’appunto opera Salvatore Izzo, con la consulenza di Eduardo Estatico del JK di Capri. Un locale piacevole, con un arredo funzionale e rassicurante che sa di casa. Ospite della serata Peppe Guida, leggendario (soprattutto sui primi) chef campano. Ed il tema è “pastificio dei Campi”, come dira la grande pasta di Gragnano. Che qui viene coniugata con una delicata frittata (senza uova) di linguine e una possente mischiata di candele spezzate a mano con sugo di mare di grande intensità. Prima e dopo la sorpresa della perfetta e geniale tuile di cornicione bruciato, e una delicatissima e riuscita cernia di fondale. Si brinda alla serata e si brinda al Napoli che vince sul campo e sulla tavola.
Quasi 150 persone hanno seguito ed apprezzato la cena preparata da Peppe Guida del ristorante stellato “Nonna Rosa” nella bella sala dell’Hotel Boscolo di Budapest. Erano 5 le regioni del progetto di valorizzazione portato avanti da ITA ICE e presenti al Sirha di Budapest, e sono state 5 le ricette di Peppe Guida, ognuna dedicata ad una regione.
Molti applausi per lui e per la sua brigata, particolarmente convincenti la Mischiata Potente, un formato di Pasta di Gragnano molto legato alla sua tradizione, con totanetti e la (delicatissima) zuppe di pesce con patate, erbe e camomilla. Veri protagonisti sono stati anche i 15 produttori presenti che sul palco hanno raccontato le loro storie, spesso di diverse generazioni familiari, e la loro volontà di intraprendere rapporti commerciali con l’Ungheria e con i paesi adiacenti. Infatti erano seduti ai tavoli anche 40 buyer di 8 nazioni dell’Est Europa, invitati per l’occasione dall’efficiente ufficio dell’ICE a Budapest. Evviva l’Italia che produce cose buone, che coglie le occasioni che le nsotre istituzioni sanno ancora dare e i personaggi che le fanno vivere come si deve. Evviva l’Italia che funziona perché si, c’é anche un’Italia della quale andare ogogliosi.
Erano quasi 200 un secolo fa i pastifici a Gragnano, quelli storici su via Roma posta in asse con la direzione del vento e con la classica forma ad onda per dare risalto all’effetto di Bernouilli. Dopo la crisi degli anni sessanta e settanta ora la pasta è di nuovo di moda e i pastifici (oggi solo 17) vivono un momento positivo. Una positività che si trasmette anche a questa festa, che richiama tanta gente e che si ritrova in allegria e consapevolezza che la pasta è buona e fa bene. E soprattutto è parte della storia di noi italiani.
E’ la seconda volta che veniamo a “indovina chi viene a cena”, la serie di riunioni conviviali organizzate da Giuseppe Di Martino del pastificio dei Campi. Sono cene praticamente perfette, pochi convitati ben selezionati, si beve alla grande (solo champagne di portata in portata) si mangia solo pasta, ma che pasta! Accanto al tavolo sono i fuochi dove cucinano sempre due chef, uno fisso: Beppe Guida, gran maestro dell’arte della pasta secca (di ogni tipologia), e un’ospite che cambia sempre preso dai JRE d’Europa. Questa volta ci capita Mart Scherp, simpatico e anche bravo: le sue due ricette sono assolutamente gradevoli, hanno l’unico difetto di mettere la pasta in un angolo del piatto. A rimettere la chiesa al centro del villaggio ci pensa Beppe che sfodera per l’occasione una serie veramente notevole di ricette tutte basate sull’orto nuovo che ha appena finito di mettere a punto sopra Vico. Sono ore che scorrono veramente piacevoli, e ringraziamo dell’invito Giuseppe Di Martino, grande anfitrione.