Bella la grande showroom di Agnelli e chi ama la ristorazione non può non rimanere incantato dalla sequenza dei tanti rami, o pentole in alluminio o molto altro ancora. Orginale è anche il ristorante (aperto agli esterni) al primo piano. Minimalismo maniacale, pochi e spaziati tavoli per dare spazio alla cucina di Marco Stagi, grande esperienza in giro, in particolare con Perbellini, per approdare in questo spazio un pò sui generis che di certo non ti aspetti sopra una galleria espositiva e dentro un capannone. Per un piccolo gruppo di invitati (ringraziamo quindi dell’invito) è stata servita una cena molto curata nel servizio e nell’ambientazione. Prima una serie di fingers serviti nella showroom, per poi passare alla cena placèe dove lo chef ha dato sfogo alle sue indubbie qualità tecniche. Pur essendo un menù prestabilito per tutti i tempi sono saltati, (un segno che la brigata ancora non è ben oliata), ma i piatti sono usciti bene e di buona fattura cercando di coniugare il territorio con il presente con la lattuga che merita la copertina per concezione ed equilibrio. Altra lode per gli abbinamenti, tutti piacevoli e calibrati, scelti e presentati con grande cura da Federico Bovarini, indubbiamente ottimo conoscitore di vini che non disdegna un approccio originale.
Maurizio di Dio
Bella sorpresa questo Cece e Simo (dai soprannomi dei due titolari), un locale semplice e giocoso (con anche un B&B conveniente e comodo al piano superiore). La sorpresa si chiama Filippo Cammarata, 32 anni, con qualche buona esperienza alle spalle, l’ultima è Niko Romito. La sua cucina è curata, centrata nel gusto, per niente banale. Ama il lievito madre, buona è la focaccia come il pane che ci portiamo via in una bella confezione, ma è la zuppa di cavolfiore che merita da sola quasi il viaggio, completata poi da un buon risotto mantecato con cipollotto e contrastato dalla polvere di cipollotto e da una riduzione di melassa. Buono anche il secondo, un filetto in crosta di limone bruciato e cavolo nero con verza croccante e cavolfiore. Peccato che non siano venute le foto del risotto e della carne, ragione di più per ritornare in questo simpatico e promettente locale indicatoci da Angelo Agnelli, che ci ha anche accompagnato.
Alessandro Neri l’avevamo conosciuto ad Emergente e lo ritroviamo in questo bel locale che ha aperto al centro di Novello. Cucina fuori dai canoni, che ti travolge con una serie di ricette coinvolgenti colorate e allegre, a volte un pò disordinate e imprecise, ma che alla fine nell’insieme lasciano i più appagati e soddisfatti, anche per il buon rapporto prezzo qualità del tanto che è stato servito. Il menù offre una grande varietà di proposte, c’è il territorio, c’è la linea green, ma c’è soprattutto un’amore per il mare. L’altra passione è per il gioco, una giocosità che affiora ovunque e che si esalta soprattutto all’inizio e alla fine del menù con alcune soluzioni indubbiamente gradevoli.
C’è emozione, c’è la tensione della gara che dai box delle cucine arriva fino a dentro il teatro. Il Bocuse d’Or è rigore e precisione, i tempi sono scanditi dall’orologio, i movimenti e i passi contati e precisi. Non è facile gestire così tante situazioni diverse allo stesso tempo, ma una volta partiti tutto poi scorre per il suo verso giusto: i giurati, attenti e precisi; i candidati emozionati ma allenati allo stress. Primo turno sono 4: Stefano Paganini, Andrea Alfieri, Giuseppe Raciti, Giovanni Lorusso. Centrato il piatto del pesce, spettacolari i vassoi con la ricetta della carne.
Da sempre siamo vicini alla FIC che rimane la più grande associazione di cuochi d’Italia. C’è un nuovo Presidente, Rocco Pozzulo, c’è voglia di fare e lo dimostra questo bel Congresso organizzato nei funzionali spazi della Stazione Leopolda. Una serie di interventi e cooking show animano la giornata in attesa della cena di gala. Partecipiamo anche noi e firmiamo con piacere il manifesto preparato dai cuochi in questa occasione.
Il gruppo It-chefs, chefs italiani nel mondo, si riunisce varie volte, quest’anno sono previste almeno tre tappe: New York, Tokyo e Dubaai. Ma un appuntamento è sempre tradizionalmente legato all’Italia e quest’anno prevede l’inizio con l’Expò e la chiusura a Firenze. Noi lo seguiremo fin dall’inizio (anche se arriviamo in ritardo e ci perdiamo la visita allo stabiliento, al museo delle pentole dell’Agnelli), qui a Bergamo dove siamo ospitati a cena dalle Pentole Agnelli. Cucinano per gli oltre 100 cuochi: Tano Simonato, i fratelli Cerea, Matteo Scibilia, Claudio Sadler.
C’è molta Italia al SIRHA di Lyon una delle più importanti, se non la più importante, fiera della ristorazione al mondo. Italianità è una parola che si sente o si vede in giro e la cosa ci fa piacere. Coniugata con i piatti di Igor Macchia allo stand della Lavazza, in alllegria in quello dello champagne Guyot. Pochi italiani in giro e quando ci si incontra è festa!