La presentazione della guida Michelin è sempre una grande festa. Le stelle che cadono purtroppo non fanno notizia, mentre è gran festa per i nuovi arrivi. In larga parte sono giovani e quasi tutti transitati nel nostro premio Emergente Chef, motivo di più per sentirci orgogliosi.
Abbracciamo così tanti giovani che vedono coronare la loro carriera, da Franzese a Cilenti, da Bellingeri a Giubbani, da Biafora a Manduria e altri ancora.
Due doppie stelle, sempre troppo poche secondo noi rispetto alle aspettative di tanti bravi monostellati, ma almeno sono di quelle pesanti e ambedue meritate: Iannotti al Kresios e Giovanni Solofra a suggellare il trionfo della Campania.
Felici loro, ma un pochino anche noi, per i tanti riconoscimenti che i nostri giovani emergentei hanno raccolto.
Matteo Zappile
Ci veniamo di rado, nonostante sia a due passi da casa, ma è uno dei posti del cuore. Forse perchè conosciamo Anthony dal suo arrivo in Italia, prima da Pinchiorri, poi in Giappone e poi lo ritroviamo a dirigere una cucina importante, quella di Palazzo Sasso (oggi si chiama Palazzo Avino) a Ravello. E’ uno chef anomalo per il panorama italiano dove a volte c’è tanta passione e creatività, ma forse non altrettanto rigore. Anthony è cresciuto a Parigi, in epoca (oggi anche lì si è un po’ più permessivi) con regole ferree e insegnamenti precisi. Adattarsi non è stato semplice, percorrere un percorso autonomo in prima persona ancora di meno, e gli siamo stati accanto in periodi anche non facili. Poi ecco il Pagliaccio ed un successo non improvvisato, ma costruito con determinazione pazienza e sacrificio. E con due stelle alle spalle, senza un importante albergo ad aiutarlo, non si può nemmeno dormire sugli allori e l’impegno rimane alto e costante. A tutti consigliamo vivamente di visitare questo posto (negli anni diventato pure piacevole e molto elegante) dove Anthony si esprime con la sua non facile cucina, dove il territorio di riferimento è la Terra, dove può capitare qualsiasi cosa dall’abalone all’astice, ma per Anthony l’ingrediente è importante ma ancora di più la ricetta, dove nessun elemento è mai solo, nemmeno per genere (e così troviamo spesso pesce con la carne, mare con i monti), ma nulla è messo lì per caso: Lui segue le sue ispirazioni che per altro sono complesse, a volte sembrano pure un po’ tortuose, ma il suo è un barocchismo indubbiamente suadente e poggiato su una solida e profonda conoscenza dei fondamentali. E a completare ecco l’accoglienza di Marion oggi in sala (ma secondo noi uno sguardo ai dolci, buonissimi, lo dà sempre) e il servizio praticamente perfetto di Matteo Zappile.
LSDM edizione 2020, cambia pelle e si rinnova ma non dimentica i giovani in cucia e in sala.
Torna l’appuntamento con LSDM, il congresso internazionale di cucina d’autore quest’anno è in programma il 2 e 3 Ottobre al Savoy Beach Hotel di Paestum (SA) e girerà intorno ai temi di sostenibilità, etica ed estetica.
Tante le novità, ad esempio non ci saranno i consueti cooking show che hanno accompagnato le edizioni precedenti, stavolta infatti i cuochi verranno impegnati in dei “tavoli di lavoro”. Una scelta che ha uno scopo ben preciso, quello di valorizzare gli aspetti culturali e umanistici dell’alimentazione in modo da comprendere ogni aspetto che si nasconde dietro la realizzazione di un piatto, andando oltre la semplice tecnica messa a punto dal singolo interprete. Saranno presenti come sempre chef di calibro internazionale, giovani promesse ed esperti di cucina ma anche numerosi studiosi e professionisti del settore proprio per intraprendere un approccio in qualche modo “diverso” al mondo del cibo. Inoltre, per la prima volta LSDM 2019 sarà un evento completamente eco-friendly, con l’uso di soli materiali riciclabili e plastic free, un’iniziativa da cui prendere spunto in questo momento di estrema urgenza ambientale. Tanti gli ospiti che prenderanno parte alla kermesse come Cesare Cunaccia, giornalista e trendsetter, Marco Malaguti, esperto di nutraceutica, Lucia Galasso, antropologa dell’alimentazione, Nicoletta Poliotto, specialista in food marketing e tanti altri.
10 anni di Pommery Italia, 10 anni di successi e si brinda veramente alla grande. Siamo all’Accademia di Francia a Villa Medici uno degli angoli più belli della Capitale in una serata bellissima ritagliata in un tempo incerto. Grande parterre e grande gioia, meritata, di Mimma Posca, che viene applaudita da tutti con a fianco M. Vranken, molto tranquillo e Mme Vranken, trascinante al microfono. Una serata dove c’è tutto al top: ambiente, compagnia, musica, cibo e vino, una serata da ricordare.
Siamo ormai al via, non dev’essere stato semplice, non tanto da un punto di vista strutturale (la scuola l’avevamo visitata già qualche mese fa) quanto organizzativo. Ma ormai ci siamo, gli allievi sono pronti e a a febbraio cominceranno i corsi. Apre così la prima scuola di alta formazione per il Servizio di Sala, con una serie di docenti illustri, con un programma innovativo (c’è pure un corso di attitudine e recitazione, in fin dei conti il ristorante è un palcoscenico). Inaugurazione domanica scorsa, con la banda, le autorità, e un bel pranzo (corroborante) con i vini della famiglia Cotarella, l’ottimo viognier e il recente acquisito brunello. Siamo contenti anche perchè si parla sempre più di sala, ma, cosa importnate, non in ordine sparso ma con l’idea di fare sistema tra le varie iniziative finora sorte.
Anteprima di Emergente Sala programmato per giovedì 20 aprile nell’evento Le Strade della Mozzarella di Paestum. Grazie all’ospitalità della Famiglia Cecchi ecco Lorenza intervistare alcuni professionisti di sala. E alla fine sono tanti quelli che arrivano a testimoniare l’interesse che c’è per un problema più che mai attuale. Le interviste andranno in onda su FB a giorni.
Solo due ore, ma a dir poco intense quelle passate ieri a Identità Golose. Sul palco Heinz Beck con passione e foga metteva l’accento sul cibo come fonte di salute e benessere, e intorno tutti praticamente cucinavano, chi nelle sale a latere, chi negli stand. E tanti gli incontri, con chef e colleghi che magari vediamo spesso, ma che si rivedono con piacere, e altri che invece vengono da lontano, come Giorgio Nava. E oggi sarà una giornata ancora più ricca.
Altro che pagliaccio! Anthony Genovese negli anni ha dimostrato professionalità e maturità profonde e consolidate e si merita il ruolo di protagonista della ristorazione romana. Il locale è cresciuto nell’arredo, nel servizio (basta citare il nome di Matteo Zappile, tra i pù noti e accreditati professionisti della sala in Italia), nei dettagli(la salvietta bollente, la power bank per ricaricarti il cellulare). Tra sfiziosità, benvenuto dello chef, e primi assaggi l’inizio è un vero divertimento di alto livello, dove solo la quenelle di fegatini e ricci di mare offre una nota stonata. Classe che continua lungo il percorso con il colpo d’ala della sfera di vermouth sull’ostrica, l’elegante scampo che passa con disinvoltura tra cocco mango e rum, e i due ottimi primi dove è difficile scegliere il migliore. Anche i due secondi sono buoni e abbastanza articolati, per cui troviamo veramente ridondante l’ulteriore abbinamento con il brodo (per il rombo) e lo gnocco (per il maiale) proposto. Ed infine i dessert che come sempre sono buoni (qui c’è la grande scuola di Marion), ma che li vorremmo più curati dal punto di vista estetico. Nel complesso un’esperienza articolata, ricca di suggestioni, ampia per la varietà dei contenuti e decisamente interessante per coloro che amano la cucina senza frontiere, lontana dal vernacolo locale, ma non priva di riferimenti classici.
Tre donne, Dominga, Enrica, Marta, tre C come Cotarella e tante altre parole, come ad esempio coraggio, creatività, costanza, culo (perchè no?) che vanno a passo di carica (altra C). Siamo alla Cantina Falesco prima, e poi al Museo del Vino di Castigliane in Teverina, per gli auguri di Natale, ma anche per la presentazione di un progetto. C’è un cambio di generazioni tra la prima e la seconda dei Cotarella, un ideale passaggio di consegne tra Riccardo e Renzo e le loro tre figlie, la dichiarazione di un impegno di quest’ultime a rilanciare in grande. Tutto sommato Riccardo e Renzo hanno scritto la storia del mondo del vino italiano pensando più all’esterno che dentro casa loro. Ora le figlie ripartono da Falesco per allargarne i confini, dividerne gli stili creando all’interno una superiore denominazione: Famiglia Cotarella dove ci mettono nome e faccia. E non solo, c’è anche il progetto di una nuova scuola di formazione (Intreccci con tre C) e tante cose ancora. Insomma una vera rivoluzione in famiglia e per annunciarla hanno fatto le cose in grande richiamando a Castiglione un bel numero di persone con un bel menù e tanti importanti vini, della loro collezione ma non solo. Che dire? ben vengano nuove generazioni con questa voglia di crescere lavorare ed investire, ci sembra purtroppo raro in Italia.
La giornata del lunedì di Cooking for Art vede sempre la premiazione dei migliori ristoranti secondo la guida del Touring Club e la consegna dei premi speciali grazie al contributo di alcuni sponsor. Un momento importante per noi, ma anche per il pubblico che vede transitare il fior fiore della ristorazione del Centrosud.