Che siamo in Italia ce lo ricorda solo l’accento di chi ci accompagna nella visita (la gentilissima Serena) e la ristorazione (articolata in diversi punti: bar AMO; pizzeria al 4 pizze, mensa La Serra, gourmet Le Cementine, tutte sotto la gestione della Famiglia Alajmo). Per il resto sembra di stare in California, sia per la bella giornata di sole in un autunno che sa di primavera, sia per l’ampiezza degli spazi, la vastità del progetto, l’internazionalità delle presenze, la molteplicità degli insediamenti, il coraggio di guardare al futuro. Incubatore di avventure tecniche, vivaio di startup, sede di corsi di formazione, e tante altre cose ancora, H Faem è uno di quei luoghi che non finiscono mai di sorprenderti e ti fanno sentire orgoglioso di essere in Italia.
Massimiliano Alajmo
Ed è stata una bella festa, anche quest’anno alla Pilotta, ma senza la magia della visita al Teatro Farnese. In compenso una serata equamente divisa tra postazioni d’obbligo (il Consorzio del Prosciutto e del Parmigiano Reggiano) e gli chef: per Bib Gourmand i Due platani, per 1 stella Massimo Spigaroli, per 2 stelle Kniderkofer poi passato pubblicamente a 3 e per le 3 stelle Massimiliano Alajmo con il buffet finale dei dolci di Alma. Due assaggi fulminati: la tartare di Norbert, la zuppetta di Massimiliano (e molto buona la cucina tradizionale dei Due Platani).
Non bastava il Teatro Regio, eccoci nell’ancora più eclatante teatro Farnese per la consegna dei “premi speciali” e la cena di gala. Difficile immaginare un contesto più emozionante e sarà difficile quindi dimenticare questa serata. Complimenti alla Michelin e a tutti coloro che l’hanno pensata ed organizzata.
Chi ha vinto oggi alla Michelin? Per generi quello maschile, le sole donne salite sul palco sono state, alla fine, Annie Feolde e Nadia Santini. Per città inaspettatamente Roma con una pioggia di stelle che arriva anche alla regione con Genazzano e Latina. Per chef la palma va a Enrico Bartolini che ha chiuso un ristorante, ne ha aperti ben 3 per conquistare 4 stelle Michelin, è lui sicuramente il trionfatore di questa giornata, tutti pensavamo che fosse un grande chef, ora dobbiamo aggiungere che è anche un ottimo manager, cosa forse ancor più rara. Molti i delusi, ognuno di noi ha le sue preferenze, ma la Michelin va comunque rispettata e quest’oggi ha dato una dimostrazione di classe e potenza, e anche di amare l’Italia scegliendo una città che da sempre ha guardato con amore alla Francia e un territorio che annovera alcuni dei nostri prodotti più rappresentativi. Infine se guardiamo alle nuove stelle, vediamo che una dozzina (pensiamo sia un record) sono quelle transitate nelle nostre gare di Emergente quando nessuno li conosceva. Per noi una bella e importante soddisfazione.
“La ristorazione è un settore portante dell’intera economia italiana” queste le parole di Lamberto Mancini dal palco di Cooking for Art di fronte ad una platea gremita di chef e ristoratori. L’ultima giornata di Cooking for Art ha fatto registrare un pienone da mattino alla sera grazie alla grande risposta della ristorazione del nord. Sono venuti in tanti, da Sella Nevea, Malga Montasio, che ringraziamo per la forma di formaggio, a ristoranti noti in tutto il mondo e qualcuno lo vedete nelle immagini seguenti. Un momento particolare? Paolo Lopriore con i due giovani chef, top di domani: Marco Ambrosino e Oliver Piras. Altro momento particolare: Antonio Santini con Raffaele e Massimiliano Alajmo che ci hanno parlato del progetto “tavola trasparente!
Ed ecco i piatti degli 8 chef, inutile dire che erano tutti buoni e interessanti. Tra quelli che non avevo mai assaggiato mi hanno colpito gli scampi old fashioned di Alajmo e la leggera spuma con baccalà di Cerea. Veramente bravi tutti per una grande serata.
Cooking for Art Milano ha occupato il nostro sito facendo slittare alcuni altri avvenimenti ai quali abbiamo partecipato. Proprio la sera prima del nostro evento si sono festeggiati i 60 anni della Michelin, che oggi andiamo a riproporVi. La serata praticamente perfetta è andata in onda alcune sere fa per festeggiare i 60 anni della guida Michelin. Un’ambientazione coinvolgente, champagne e brunello in abbinamento ai piatti presentati de visu in 8 box direttamente da tutti gli 8 tre stelle d’Italia per la prima volta insieme a cucinare. Un grande evento svolto ad alto ritmo, senza inutili attese, con la possibilità di scambiare opinioni e commenti. Una bella lezione di stile da parte della Michelin.
Ricevere un bel libro fa sempre piacere, è il regalo forse più gradito. Certo è che Fluidità, seconda opera di Raffaele e Massimiliano Alajmo, ci ha impressionato. Un libro molto particolare, sia nel racconto dove la conversazione tra i due fratelli fa’ da filo conduttore alle varie ricette, che nella presentazione delle ricette stesse che trova nell’acqua la sua modalità espressiva. L’acqua, che ricordiamo è comunque l’ingrediente più importante (come elemento costituente di tutti i prodotti ustilizzati in cucina, dalla carne al vino, per non parlare delle verdure), è indispensabile anche nelle cotture (per la trasmissione del calore dalla fiamma all’ingrediente). Ma qui assume il ruolo funzionale di dare movimento al piatto, di togliere la fissità patinata dell’immagine e di rendere queste ricette quasi vive, un pò come gli orologi molli di Salvator Dalì hanno cambiato le regole del tempo meccanico e la persistenza della memoria.