Foodexp è ormai un evento consolidato grazie alla tenacia di Giovanni Pizzolante che è riuscito a mantenerlo anche durante la pandemia. Questa speriamo sia l’edizione della ripartenza e cade al termine di una stagione che ha premiato il Salento con un’affluenza record.
Si parla un pò di tutto, ma con un omaggio alle categorie che più hanno sofferto e a coloro che si sono distinti per come hanno saputo reagire al blocco e all’emergenza. A seguire una conversazione con Alessandro Pipero, sempre acuto osservatore della ristorazione e dei suoi problemi. Infine una cena di gala, al tavolo con due ex emergenti di eccezione: Paolo Griffa e Francesco Brutto, e anche con due grandi professionisti del Geranium di Copenaghen: Virginia Anne Newton e Mattia Spedicato.
Enzo Vizzari
Siamo in tanti convenuti qui per la 42sima edizione della guida Espresso, tanti anni a testimoniare un percorso ricco di contenuti. Secondo Enzo Vizzari, il curatore da tanti anni, viviamo un periodo meno scintillante di qualche anno fa, con meno “geni” e un buon talento medio, insomma sono sempre gli stessi i primi della classe. Forse io sono più ottimista: vedo tanti giovani in gamba affacciarsi e fare i primi passi in questo settore. Però è indubbio che il successo dipende non solo dal talento e dalle caratteristiche individuali, ma anche dalle circostanze favorevoli. E sono meno ottimista sul percorso della nostra Italia di questi anni.
Il tradizionale lunch della Pommery a premiare il piatto dell’anno è diventato ormai un evento a tutto tondo. D’altronde la formula: piatto dell’anno + risotto dell’anno + champagne Pommery + la classe del FourSeasons è un’equazione irresistibile. Ed infatti la bella sala del ristorante non ha un centimetro vuoto, ma nonostante il pienone il servizio (stellare) del Four Seasons si dimostra sempre all’altezza.
Complimenti a Mimma Posca, un evento che cresce e che è ormai un must.
Appuntamento classico è quello della presentazione della Guida de L’Espresso. Con qualche novità: la sede, il Teatro Lirico e non la Stazione Leopolda, ma è questione di pochi passi. E poi i vini, che vengono inseriti un pò artificiosamente dentro la guida dei Ristoranti, affidati al bravo Andrea Grignaffini che si è sforzato di dare un senso al tutto. I ristoranti comunque rappresentano sempre il cuore della guida e la sua indubbia credibilità. Il lavoro è stato immane, anche perchè, come ha sottolineato il curatore storico, Enzo Vizzari, si mangia sempre meglio in Italia e quindi aumenta il numero delle tavole raccomandabili. Ognuno di noi ha poi la sua personale classifica di merito, quindi non entriamo nel dettaglio e pensiamo comunque che sia una buona fotografia dell’Italia gastronomica di oggi, forse vorremmo una piramide un pò più regolare: l’attuale è un pò severa verso l’alto, molto più generosa verso la base. Resta confermata la scelta dei ristoranti storici, una definizione sulla quale personalmente abbiamo qualche dubbio.
Ultimi giorni di Cracco a via Hugo prima della riapertura in Galleria. Sarà anche per Bellavista, ma è un Cracco vestito a festa, in piena forma nonostante la perdita della stella. Con grande misura eleganza, sia nella presentazione che nei piatti, il pranzo scorre veloce allietato da una serie di ottime bollicine, versione speciale di Bellavista per la Scala di Milano. A noi i piatti sono piaciuti, leggeri eleganti dalla suadente ostrica iniziale al delicato e profumato dessert finale alle rose. Si sente la mano del giovane Luca Sacchi, giustamente applaudito accanto a Cracco. Chiude ormai via Hugo, e quindi auguri al nuovo Cracco che ormai è alle porte.
e’ ormai una (bella) consuetudine il pranzo in onore del piatto dell’anno secondo la Guida de L’Espresso. Quest’anno si premia Alessandro Dal Degan per il suo orzo terra e acqua (secondo noi merita tantissimo, ma questo non è il suo piatto migliore). Una bella festa grazie anche all’ambiente, al servizio perfetto, al livello dei commensali e anche all’ottimo abbinamento tutto basato sugli champagne selezione Cuvèe Louise, uno meglio dell’altro con un finale perfetto: la cuvèe Louise Nature Grand Cru!
40 anni de L’Espresso! e’ emozionante, soprattutto per chi l’ha vissuta, risentire le parole di Federico Umberto D’Amato del lontano 1977 che scrisse nella prefazione della prima edizione della Guida, con le quali Enzo Vizzari ha aperto la presentazione della nuova edizione della Guida. A quei tempi mi avvicinavo a questo mondo che conoscevo ancora poco, ma dal quale ero profondamente attratto. 5 anni dopo mi incontrai con Federico Umberto D’Amato e da quel giorno è indubbio che la mia vita è profondamente cambiata. Devo molto, come tanti, alla guida de L’Espresso e brindo con sincerità ed amicizia a Enzo Vizzari che da tanti anni porta avanti il testimone.
Sono tante le feste della vendemmia, poche quelle della fioritura. Eppure, come ha ricordato Attilio Scienza, senza il fiore non nasce il frutto. E abbiamo appreso anche tante altre cose dal suo interessante intervento: il fiore è piccolo, nascosto, non bello, non grande, non colorato, non profumato! Questo perchè è fecondato da una piccola “mosca” che entra dal di sotto del fogliame a ricercare appunto il fiore. Misteri della natura che hanno permesso a questa “liana” (altra scoperta) nata 70 milioni di anni fa, di adattarsi come altre poche specie al mondo. Solo l’uomo la supera. Ma si è parlato soprattutto di sala per presentare il progetto IntreCCi, la scuola di alta formazione del servizio di sala che sta nascendo accanto al Museo del Vino a Castiglione. Un bel progetto portato avanti con entusiasmo notevole dalle tre sorelle Cotarella, un progetto che anche noi nel nostro piccolo stiamo seguendo con grande interesse, tramite Emergente Sala, la competizione riservata ai giovani professionisti under 30. Chiusura con il pranzo a tema erbe spontanee ben preparato da Alessandro Dal Degan (un camouflage al latticello di camomilla), un risotto di gran sapore di Caranchini (con eccesso di aglio), un agnello alle erbe arrostite (straordinario) di Iannotti, un goloso dessert di Meroi. Il tutto con i vini dell’azienda (il viognier, vermaente notevole, e il classico Montiano) e come ospite d’onore Bruno Vespa con i suoi vini,
Italian gourmet al Superstudio, una specie di Taste al coperto con solo chef stellati, il tutto organizzato come un grande village con ampie cucine di supporto. C’era anche un convegno sul futuro delle guide, con vari noti Curatori di Guide (anche il sottoscritto) e alcuni Chef in rappresentanza delle associazioni. Si doveva parlare del futuro, poi ognuno ha parlato dei propri casi personali. Insomma un’occasione persa. Meglio andare a vedere cosa combinavano i cuochi nei loro box.
LSDM10, ovvero tanti contenuti in parallelo. Noi gravitiamo sulla sala Blù dove presentiamo Tomas Kavcic, straordinario e sensibile interprete del Collio Sloveno, innamorato anche dell’Italia che si presenta con delle eleganti alici, e poi uno piacevole gnocco mozzarella basilico e pomodoro, per un gran finale con l’ostrica al miele. Poi è la volta di Luca Vissani per parlare anche della sala (prima volta per LSDM) e darci modo di anticipare Emergente Sala del giorno dopo.