A questa Casa rossa (così si chiama questa storica struttura a bordo delle piste per via del colore) non eravamo ancora arrivati. Colmiamo la lacuna per ritrovare Dal Degan e la sua band. Ragazzi affiatati che sanno lavorare, coesi ed amici, con allegria quando è il momento, con grande impegno quando c’è da lavorare. La Tana di prima sacrificava un pò tutti, in sala ed in cucina, qui invece gli spazi consentono di lavorare bene, potersi organizzare, presentare due linee (la più easy da un lato al Bistrò, quella più ambiziosa nella tana gourmet). Ed è da questa parte che ci sediamo per assistere alla “sinfonia” di Dal Degan. Una sinfonia un pò “dark”, dove il nero è prevalente come colore, l’amaro come sapore, e dove il dolce è praticamente abolito, perfino nei dessert. Ma sinfonia rimane, e sono assaggi che stupiscono per qualità e coerenza: niente sale, ma pienezza di sapore grazie alle forti concentrazioni ed estrazioni, grande valorizzazione degli elementi anche dimenticati e poco noti del territorio, viaggio alla scoperta di abbinamenti poco consueti e indubbiamente originali. Difficile scegliere il piatto migliore tra le lumache, la lingua, l’anguilla, il capriolo ed il tenace spaghettone (22′ di cottura). Grandi lodi quindi a Dal Degan, ma certo è che da un giovane vorremmo magari anche un pizzico di solarità e allegria in più sulla tavola e quanto ai dessert, scegliete quelli tradizionali (buonissimi come la perfetta piccola pasticceria), lasciando perdere quelli anomali che ci ha dato (almeno questa è la nostra opinione).
Enrico Maglio
All’inizio un pò in sordina,quasi nascosti nella loro tana, poi venuti alla ribalta (grazie anche alla visibilità internazionale di Villa del Quar dove operano in simbiosi) con ampi riconoscimenti su tutte le guide (salvo al momento la Michelin). Eccoli i ragazzi de La Tana di Asiago, giovani, belli, simpatici, ma soprattutto bravi. Quello che colpisce è il loro rapporto interno, l’unione d’intenti: si scazzeranno anche e sovente tra di loro, ma quando arriva il Cliente sembrano tutti fratelli efficienti. E la conferma l’abbiamo avuta anche quest’ultima volta, con Enrico a farci assaggiare vini poco conosciuti ma ottimi, ed Alessandro con le sue ricette intriganti che ci fanno vivere i sapori dell’altopiano in modo attuale, anzi proiettato in avanti. Perfetti gli assaggi introduttivi, un pò azzardata la trippa in fricassea che avrebbe bisogno di una spinta acida, grande il risotto e buoni anche i vari dessert (dove però abbiamo ancora margini di miglioramento).
Vale la pena arrivare fin quassù. Sull’altopiano non mancano le attrattive anche gastronomiche, ma senza dubbio il punto di maggior attrazione per noi golosi è questa Tana, che si presenta semplice e modesta, e si rivela agguerrita e giustamente ambiziosa. Questo grazie ai titolari, tutti giovani : in sala è Enrico Maglio, in cucina Alessandro dal Degan, e dietro le quinte Stefano Fracaro.