Una straordinaria giornata di sole pieno che sembrava Ferragosto ci ha accolto a Falesco. E’l’annuale festa della vendemmia, ma quest’anno ha una valenza maggiore: si inaugura il Tellus che si coniuga su tanti aspetti, dal destinare parte del ricavato della vendita delle bottiglie della linea Tellus alla beneficenza, all’azione rivolta verso i bambini al fine di educarli a conoscere, amare, rispettare la campagna con i suoi prodotti e valori sociali. Un nutrito gruppo di importanti relatori ne presenta i differrenti accenti e finalità, poi una visita alla fattoria didattica ed il festoso pranzo nello spiazzo di fronte. La famiglia Cotarella sembra occupare una posizione sempre più importante nel panorama enologico italiano, non solo per i suoi ottimi vini, ma anche per l’instancabile azione su più fronti ai fini sociali e formativi. Complimenti al solito alle tre instancabili donne Dominga, Marta ed Enrica, sempre attivissime e unite tra loro, ed è la coesione alla base del loro successo.
Catia Sulpizi
E’ bella e rilassante l’atmosfera che si respira in questa antica struttura ora aperta all’ospitalità. Quasi come in una bella casa privata, con un’accoglienza focalizzata e ben equilibrata verso il lato giovane che ha a disposizione un fornito american bar e la possibilità di una cucina più semplice comunque ben servita, e a fianco qualche tavolo più elegante ma senza strafare. Riceve con classe e voglia di fare la giovane titolare e in cucina ritroviamo Imma Pantaleo, tanti anni alla Bolina di Tricase dove si era fatta conoscere, e bene, dalla critica gastrnomica. La mano è sempre colta, leggera. I piatti trasmettono qualcosa anche quando non sono pienamente equilibrati, ma portano con loro comunque un’idea, un ricordo, un messaggio. Questa volta ad esempio la “paparotta” rivisitata non ci ha convinto, ma è il recupero di una vecchia ricetta, meglio invece i due primi soprattutto con i delicati gnocchetti di patate. In conclusione positivo il giudizio complessivo: è un posto che merita.
Sette finalisti, 3 dal nord, due dal centro e due dal sud: è un’Italia percorsa in lungo e largo e rappresentata dall’Alto Adige (Michele Lazzarini) alla Sicilia (Ivana De Leo, unica donna ancora in gara). La finale è sull’arco di due giornate. Nella prima i concorrenti devono affrontare la “mistery box”, una prova impegnativa perchè in pratica azzera il peso delle materie prime, che spesso fanno la differenza in una ricetta, che sono infatti uguali per tutte. Ma non tutti scelgono le stesse cose e questo è il lato bello della cucina. Quest’anno la “mistery box” era affidata a la Marr, che è stata generosa, con un’ampia scelta di ingredienti dove i concorrenti potevano liberamente scegliere con un unico ingrediente obbligato: il baccalà.
E arriva la “Summa” del mondo della pizza. Forse era inveitabile visto il successo anche mediatico delle pizzerie che ormai fa ombra anche a quello degli chef. A scriverla sono in tanti, coordinati da Barbara Guerra, Luciano Pignataro, Albert Sapere con alle spalle il gruppo di Formamentis, quindi è Napoli il baricentro dell’operazione che comunque si vuole presentare come internazionale e in effetti ci sarà una tappa anche a New York. Migliaia le pizzerie esaminate, 500 quelle messe in fila, anche se dalla 151sima posizione in avanti sono tutte alla pari. Non mancheranno le polemiche, ma crediamo che, visto la qualità professionale di chi ci ha messo la faccia, le cose sono state fatte nel modo migliore. Poi come tutte le classifiche, ognuno avrà qualcosa da ridire. Prossimo appuntamento a Napoli il 20 luglio per scoprire le prime 50.
L’educazione dei bambini passa anche attraverso un’educazione alimentare, integrata di approfondimenti sensoriali, esperienze sul campo e nell’orto, vendemmie e rispetto per l’ambiente. Ovviamente con il coinvolgimento delle famiglie e l’aiuto di esperti. A dirlo è facile, a metterlo in atto più complicato ma, conoscendo gli ideatori del progetto, 4 donne toste come le sorelle Cotarella e Catia Sulpizi, non abbiamo dubbi sul positivo esito finale. Il progetto, che ha l’appoggio della Regione Lazio, è stato presentato al Foro Italico in una splendida serata romana.
Conosciamo Alma, la più nota scuola di cucina italiana, da quando è nata all’interno della Reggia di Colorno a Parma, anzi da prima. Ed è un piacere tornarci per un’occasione speciale: gli esami ai ragazzi del corso di “Sala, Bar, Sommellerie”.
Ce ne spettano 4 e hanno già vissuto alcuni medi di stage presso importanti case, come La Pergola di Heinz Beck a Roma e il Waterside di Londra, tanto per capirci. Complice la tensione di sentirsi “sotto torchio”, s’impappinano su vari argomenti proposti dai giurati, ma si dimostrano comunque appassionati della professione, desiderosi di migliorare ed evolvere. Giovani, eleganti, propositivi. Bravi così!
Bella festa davvero ieri sera al piano superiore del Mercato Centrale di Roma. Sotto le suggestive volte in mattoni tre livelli di qualità, dai tanti banchi delle eccellenze alimentari al ristorante di Oliver Glowig e sopra in alto un piccolo spazio (non poi tanto piccolo) aperto appunto agli eventi e infatti abbiamo festeggiato il compleanno. Organizzato in modo corretto e funzionale, con 5 postazioni dai formaggi di Beppe, ai fritti e agli hamburgher, dalla pizza di Bonci ai carciofi, per finire con il risotto fatto in diretta da Oliver Glowig. Al banco tanti vini e soprattutto bollicine. Tutti hanno gradito la bellezza del contesto e ringrazio di essere venuti in tanti. Grazie poi a Umberto per l’ospitalità e la realizzazione dell’evento, e soprattutto per la sua presenza ed elogio, e a tutti i ragazzi dello staff che si sono prodigati. Gran finale con la megatorta di Bonci (uno splendido millefoglie con frutta e chantilly) e ultimo calice giù al piano terra da Luca Boccoli. Un compleanno da incorniciare e da ricordare!
Abbiamo vissuto delle belle emozioni l’altra sera, grazie a 6 chef di grande cuore e nobiltà (ma con loro ce n’erano tantissimi ad aiutare), grazie a Noidisala che ha coordinato il servizio di oltre 80 ragazzi dell’Istituto e dei sommelier, ma grazie soprattutto ai 220 ospiti che non solo hanno versato il contributo richiesto, ma sono arrivati puntuali alle 20 e alla fine quasi non andavano più via nonostante il disagio per i più di dover fare anche molti chilometri per il rientro. Una bella serata perchè sentita da tutti, non solo per l’eccezionalità di aver nomi così famosi tutti insieme, ma anche per l’immediato riscontro con l’ambiente: siamo vicini all’epicentro del terremoto e, se anche ormai i riflettori, come ci ha ricordato il ministro Alfano, hanno abbassato le luci, chi viene qui sente da vicino e sulla pelle il dolore di chi ha sofferto e il sacrificio di chi ha dato. Ci portiamo un bel ricordo di questa serata che ci ricorda di non abbassare le luci e mantenere viva l’attenzione verso chi purtroppo soffre ancora.
Freschissima la serata sul Lungomare di Fregene accanto alla bella piscina dell’Albos Club, stabilimento balneare di classe. Si inaugura il Rosmarino, un ristorante che punta molto sulla qualità delle materie prime: pane di Roscioli, mozzarella di bufala di Barlotti, alici di Cetara, prosciutti e salumi di qualità sempre selezione Roscioli, accanto ad una carta di vini volutamente limitata ma corretta a cura di Trimani. Consulenza di Pasquale Torrente, un torrente di nome e di fatto che ormai ha invaso anche la Capitale, ma a queste invasioni non alziamo i muri…..