Nuova edizione di LSDM e nuovo corso: non più cucina dal vivo, ricette spiegate, cuochi al lavoro. Largo spazio ai microfoni e anche qui scelte coraggiose degli organizzatori (Barbara Guerra, Albert Sapere, Luciano Pignataro): parlano a lungo uno dopo l’altro quelli che in genere parlano poco (pizzaioli e chef), mentre i giornalisti in genere loquaci vengono messi tutti insieme, e gestiti in meno di un’ora. A favore è l’ampiezza trasversale e la varietà delle tematiche affrontate, a sfavore secondo noi l’eccessiva lunghezza di alcuni interventi e lo sforamento degli orari. Però LSDM rimane uno degli eventi più piacevoli e interessanti del circuito enogastronomico, il migliore di tutto il Sud, e non solo.
Carlo Ottaviano
Mattinata interessante tra sport e dibattiti letterari. Prima la corsa dei camerieri che dovevano tenere con una mano in perfetto equilibrio un vassoi lungo due chilometri pieni di insidie e con Lorenza che ha premiato le due migliori giovani ragazze (una perfino con i tacchi!); poi la presentazione di due interessanti libri. Il primo, di Marcello Coronini che invita a togliere, il secondo di Eliana Liozza che insegna cosa aggiungere.
Oggi Pietro Parisi è sul Corriere della Sera per via del suo impegno civile. E l’altra sera l’abbiamo avuto come chef in una serata organizzata da Food Book per la presentazione di un libro. E’ uno chef che ha girato tanto per poi ritornare dove è nato, a Palma di Campania, un ambiente non facile, come l’episodio che oggi racconta il Corriere ricorda. Ne ammiriamo non solo l’impegno civile, ma anche il profondo legame con la sua terra e la modestia che lo contraddistingue. Bravo Pietro.
130 pizzaioli in gara, molti dei quali anche di fuori Italia, con alcuni nomi famosi (di quelli che raramente ormai si mettono in gara). Insomma un bel numero, ulteriore conferma del successo ormai mondiale della pizza e delle sue giuste aspirazioni a diventare patrimonio universale dell’Unesco. Ed infatti nel bel chiostro di Palazzo Caracciolo c’era anche il Sindaco De Magistris, mentre noi romani siamo sempre in attesa che anche la Raggi capisca l’importanza di una pizza, o magari della carbonara, visto che siamo a Roma. Anfitrione l’amico Luciano Pignataro e tante pizze buone poi da assaggiare a fine evento.
Curioso vedere tanti cuochi che parlano della sala, ma è indubbio che avvertono il problema e sanno che è lì che si gioca il futuro dell’alta ristorazione (in quella media o bassa secondo noi il problema ormai non si pone nemmeno più). A convocare tanta bella gente ci ha pensato le Cantine Ferrari con la sua scelta di creare un premio specifico nel quadro delle classifiche internazionali dei 50 Best. Una serie di interventi interessanti che spaziano dalla Bocconi al Clovis Club di Londra e che si chiudono con l’intervento di Gualtiero Marchesi. Applauditissimo Antonio Santini, sarà lui a vincere per primo? Se lo meriterebbe a furor di popolo.
Enoteca Giovanni a Montecatini
Un locale storico al quale va dato il merito di essere da mezzo secolo coerente con una scelta di qualità, con una grande attenzione posta nel vino. Un percorso quello di Giovanni e Lidio Rotti (due fratelli) quasi parallelo a quello più famoso di Pinchiorri, e dopo tanti anni anche a noi ha fatto piacere incontrarli nuovamente, in compagnia di Carlo Ottaviano, un pensionato che lavora il doppio di prima, uno che non se la tira, e che ha capito che questo sporco lavoro di stare a tavola e bere vino non è poi così malvagio e quindi prende il mondo con allegria, come dire un buon compagno di tavola.
Food&Book si replica per il secondo anno a Montecatini Terme. Un’occasione per visitarle dopo tanti anni e rivedere la suggestiva sala Portoghesi e le monumentali Terme di Tettuccio. Una location di grande fascino, che sarebbe bello potesse vivere tutto l’anno come merita e non lasciata un pò in disuso come oggi appare. Food&Book, diecine di avvenimenti ed eventi, si inizia con la presentazione della piccola ed agevole guida ai locali di Montecatini fatta da Carlo Ottaviano.
Parla il Ministero, parlano i Presidi di alcuni Istituti, tutte persone qualificate e preparate, ma rimane forte la sensazione che non si rendano conto di come il mondo sia ormai cambiato e come le nostre strutture siano rimaste molto indietro, non tanto e non solo per le attrezzature, quanto per la mentalità. La cucina italiana si diffonde nel mondo e avrebbe bisogno di centinaia di manager della ristorazione, di esperti del food e del wine capaci di andare in giro per il mondo, parlando inglese e affrontando i problemi dell’importazioni, delle assicurazioni,della logistica. Comunque è un piacere vedere questi giovani così puliti preparare un bel buffet, anche fatto di cose buone, ma nel 2014 sono ancora a darci affettati, primi, dessert e nessuno gli ha detto che un menù sano ed equilibrato deve contemplare anche le verdure, le insalate, la frutta.
Tano passami l’olio a Milano
Bella e piacevole serata da Tano: eleganti ricette e eleganti bollicine del Trentodoc. I piatti migliori? il tiramisù, l’uovo di quaglia caramellato e l’anatra laccata. Meno ci son piaciute le capesante e le animelle. Ma il vero personaggio è Tano che finisce con esibirsi pure alla lampada!
Tre ore di Convegno sul web, e diretta in streaming. Conduce FabioPiccoli cercando di incanalare i tanti interventi e di dare ordine alle tante idee che inevitabilmente vengono fuori quando si affronta un argomento così importante e vario. Alla fine tutti un pò esausti ma soddisfatti, soprattutto Francesco Turri di Olio Vino e Peperoncino, organizzatore dell’evento. E poi a tavola da Noemi, in un caratteristico vicolo, con vini del Trentino e pasticcio ferrarese.