Che giornata l’altro ieri! Dominata da due Roger che amiamo. Il primo, Roger Federer, ha perso, dopo un lungo match che avrebbe sempre vinto nella sua luminosa carriera. Ma anche il Re ormai ha il diritto di essere stanco. Un altro famoso Roger è anche lui verso il tramonto, forse questo è il suo ultimo tour e non ce lo siamo persi. Siamo arrivati a Lucca verso le 7 di sera, e il primo pensiero in una serata rock, va alla banda di chef più rock d’Italia, quella del Giglio, dove non a caso troviamo una bella e agguerrita compagnia. Poi secondo brindisi, questa volta con la Campania, nella lounge di Fofò organizzata per l’occasione, che ringraziamo per l’invito. E infine eccoci all’arena. Un concerto da sogno, dove mi sono mancati solo i diamanti pazzi (shine on the crazy diamonds), ma che per il resto è stata leggenda. Da The gret gig in the sky a Time, dai Dogs a Money, pescando tra i celebri classici di The Wall e Dark Side of the Moon, con Us and Them (titolo non casuale del Concerto) come filo conduttore, per concludere con Comfortably Numb. Capolavori senza tempo, ma non solo musica. Il grande schermo riproponeva un florilegio di citazioni di Trump (agghiaccianti) mentre i pigs volanti si libravano nell’aria. Si ripete domani sera al Circo Massimo a Roma. Non perdetevi questo concerto, forse tra le ultime opportunità di sentire dal vivo la voce dei Pink Floyd, o almeno uno di loro. Grazie Roger.
Anna Morelli
Parte all’inizio dell’anno il primo contest del Primo Piatto organizzato da Barbara e Albert sotto l’egida del Pastificio dei Campi. Un vero successo per il numero di ricette arrivate via web e per la qualità di quanto proposto. Il Tema portante era la pasta con i legumi, uno degli abbinamenti più ricorrenti nella dieta mediterranea per salubrità e tradizione . I migliori 4, scelti a tavolino in base alle ricette inviate, sono stati invitati a Gragnano nella sede del Pastificio per sfidarsi in diretta e non più virtualmente con la loro ricetta: il giovanissimo Stefano Di Giosia, italiano ma lavora all’Era Ora di Copenhagen, Domenico Stile chef executive del “Villa Letizia” a Roma, uno straordinario resort metropolitano ubicato in una Villa Liberty di proprietà della stilista Anna Fendi Venturini. Sono stati tutti e 4 bravi, ma le due donne si sono imposte, Faby Scarica del Villa Chiara Orto e Cucina, con una delicata spuma di ceci contrastata dai ceci grigliati in miniburger al fumo di rosmarino dove le tofette erano esaltate dai ricci di mare e controbilanciate dal tamarindo. Alba Esteve Ruiz del ristorante Marzapane di Roma ha risposto con un rinascimentale piatto di eliche dadolata di agnello, lupini in tre modalità differenti e il profumo di cannella, ricetta anche più tecnica ma meno centrata di quella di Faby sul tema proposto. Alla fine la giuria ha deciso l’ex-aequo perché entrambe hanno saputo interpretare al meglio il tema della seconda edizione del contest, “The Benevolent Bean“, teso a valorizzare i benefici, la biodiversità e le tradizioni legate appunto al mondo dei legumi. L’evento si é chiuso con il solito gran finale con altre ricette create al momento e tante, tante ottime bollicine. Anfitrione ineguagliabile Giuseppe Di Martino, sorpresa in chiusura con la “Pasta della staffa” ovvero l’originale cacio e pepe sul tovagliolo di Albert che non ci aspettavamo.
Un quarto di secolo fa la prima edizione ad Argente, poi poche altre. Non ce ne siamo persa una: Saperi e Sapori è stato il primo vero evento gastronomico d’Italia, una vetrina per alcuni chef già allora famosi, un punto di incontro per altri che nessuno ancora conosceva, come un certo Ferran Adrià o Massimo Bottura poco più che ventenne. Ora Igles riprende il suo cammino, purtroppo interrotto, per riproporre un nuovo Saperi e Sapori nel lusso e nello splendore di Villa Rospigliosi. Tre serate, tema caccia, noi siamo stati alla prima. Un menù di grande spessore, un servizio altrettanto efficiente e puntuale, una serie di vini interessanti. Insomma sono ripartiti alla grande. Una breve carrellata dei piatti: pane vario sfornato da Franco Franciosi di Mamma Rosa (Avezzano), antipasto di gran gusto ma un pò piacione di Uliassi (con mezz’etto di tartufo sopra), tortelli intensi e giustamente masticabili di Peter Brunel. Poi i due piatti sopra le righe: le “non” tagliatelle di zuppa di mare addensata di Roy Caceres, solo troppo impegnative come porzione, ma assai intriganti, e la classica coscia fondente di anatra (a trovarne di cosi buone!) di Philippe Leveillè. Difficile chiudere con un dessert ispirato alla lepre, ci ha onestamente provato Aurora Mazzucchelli.
Come si suol dire, una bella improvvisata: dalle 17 a tarda notte (noi ce ne siamo andati poco dopo il tramonto per rientrare su Roma), arte e musica, drinks e food, con diecine di chef che hanno improvvisato un pò di tutto con gli ingredienti trovati in giro, aiutandosi a vicenda e servendo gli ospiti in libertà e allegria. Tanta gente, ma anche tanta voglia di divertirsi in modo non banale in una location che si è rivelata sraordinariamente capace di contenere così tanti messaggi diversi.
Cook In è probabilmente la rivista più tecnica di alta cucina, che vede mescolare con grande impatto visivo l’arte e la cucina. E’ opera (geniale ma faticosissima) di Anna Morelli, anche Lei un personaggio come quelli che racconta. Allegra, vivace, inventa sempre qualcosa di nuovo come ad esempio la festa che ha organizzato domenica per il suo compleanno. Auguri Anna, non ti annoi e non ci fai mai annoiare!
Non solo vini ma anche espositori e chef. Quest’ultimi di ottimo calibro e selezione, il che non stupisce visto che tra gli organizzatori c’erano Anna Morelli e Lido Vannucchi. Ci siamo goduti le idee dei più giovani, come Oliver Piras, di quelli più famosi come Marcello Leoni e Aurora Mazzucchelli, per finire con la classe di Valeria Piccini che ha presentato il suo “cuore” di mamma, visto che era anche la festa della mamma.
Epicurea è un’intelligente rassegna di chef stranieri, scelti da Andrea Petrini tra i più giovani, interessanti e creativi. Una vera occasione per conoscere stili e tendenze di cucina di tutto il mondo, una rassegna voluta da Attilio Marro, uno dei nostri migliori direttori d’albergo. Sere fa è stata la volta della cucina peruviana, sicuramente tra le più interessanti in senso assoluto, e protagonista il suo chef forse più rappresentativo, Virgilio Martinez del Central di Lima, quotatissimo nella 50 Best Restaurants, che da qualche tempo opera anche a Londra. Siamo all’Hotel Bulgari di Milano, nella bella sala con vista sul parco, tra bella gente e qualche collega. Ad assistere Virgilio e la piacevole moglie Pia, la brigata dell’albergo guidata da Roberto Di Pinto. Proprio Roberto apre il menù con una buonissima ostrica con granita, e poi scorrono i piatti di Virgilio, ricette eleganti, leggere, molto colorate, piene di sapore. Ricetta dove a volte l’ingrediente principale va in secondo tono un pò coperto dal contesto, ma dove il gusto complessivo è molto ben centrato. I piatti migliori? l’avocado brasato con quinoa e la carne wagyu, il meno brillante a nostro parere il dessert al cacao.
Grande festa tra i salumi di tutta Italia. Si aggiungono le tante mani di tanti chef dell?Emilia e della Romagna riuniti per l’occasione. Non manca il leader, Massimo Bottura e a scendere tutti gli altri più e meno famosi, ma tutti insieme a difendere e valorizzare il loro territorio. Un avera festa allietata da un caldo sole che non sembra aprile.
Un topo in cantina, nella nostra casetta maremmana…guarda un pò che cosa ha cercato di bere: il brunello di Brunelli! fior di intenditore. Il brunello (perfettamente intatto) ce lo siamo bevuti noi e dopo la Pasqua è stata festeggiata con la colomba di William Zonfa, uno chef bravo e modesto de L’Aquila, che è bravissimo anche con i dolci lievitati. Grazie William, e auguri a tutti.