Luigi Nastri alla Stazione di Posta

Non era semplice sostituire uno chef come Marco Martini, che per noi rimane tra gli chef più interessanti della nuova ristorazione romana. Ma indubbiamente Pino Cau, titolare del locale, ha mano felice, e anche Luigi Nastri, il nuovo chef,  ha parecchie qualità. D’altronde è cresciuto accanto a Fulvio Pierangelini e ha raffinato ulteriormente il suo stile a Parigi. Questo è il suo rientro. A noi il posto è sempre piaciuto, siamo di fronte alla grande piazza dell’ex Mattatoio, che se fossimo in un paese civile sarebbe uno dei posti più visitati della Capitale. Lo sforzo di rinnovare e valorizzare l’area in effetti è stato fatto, ma siamo ancora a metà del guado, speriamo solo che si vada avanti. Nell’attesa comunque questa Stazione di Posta è già oltremodo gradevole, ha classe e stile da vendere, non sfigurerebbe nemmeno a Manhattan. La nuova brigata di sala si dà da fare, la cucina pure: il crudo di ombrina ha la finezza della mano di Fulvio, il vitello tonnato un boccone squisito, e così via le pietanze si sussegono invitanti e gradevoli. Luigi non ama il rischio e l’azzardo che caratterizzavano Marco, ma c’è comunque tecnica e stile, fino all’intrigante chiusura del dolce bianco. Lungo il percorso stona la triglia un pò coperta, come anche il calamaro, ed è da migliorare il pane in accompagnamento.

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