Le insalate non solo sono tornate (grazie a Michel Bras) nell’alta ristorazione, ma sono anche diventate più spettacolari come questa firmata Alfio Ghezzi, chef della Locanda Margon. Ad Alfio non manca l’inventiva e la predisposizione per l’effetto speciale, ma grazie a Dio ci offre anche buona sostanza. Una cucina che per eleganza punta verso l’alto senza tradire le umili radici della cucina locale,e infatti nella lunga serie di assaggi ci è arrivata una bella variazione di ingredienti perlopiù “poveri”.
Le insalate non solo sono tornate (grazie a Michel Bras) nell’alta ristorazione, ma sono anche diventate più spettacolari come questa firmata Alfio Ghezzi, chef della Locanda Margon. Ad Alfio non manca l’inventiva e la predisposizione per l’effetto speciale, ma grazie a Dio ci offre anche buona sostanza. Una cucina che per eleganza punta verso l’alto senza tradire le umili radici della cucina locale,e infatti nella lunga serie di assaggi ci è arrivata una bella variazione di ingredienti perlopiù “poveri”. Il piatto che ci è piaciuto di meno? una sogliola troppo delicata per reggere l’acidità del pompelmo rosa,mentre il piatto più convincente è stato per noi il maialino (ma lode anche al foiegras, che non amiamo personalmente, di buona fattura, interessante e insolito abbinamento con i crauti e i capperi canditi). Grazie alla bella selezione di bollicine (siamo a casa Ferrari), si beve splendidamente. Locanda Margon a Trento.