Il Tiglio è in vita, ma quello che più importa non è in vita perchè in terapia intensiva, ma anzi sprizza salute. I romantici ed Enrico Mazzaroni rimpiangeranno sempre il Tiglio di Montemonaco. Però la prima ecosostenibilità di un locale non è quella energetica ma quella della clientela e qui in un servizio fanno quello che si faceva lassù in una settimana (in alta stagione). La posizione, al primo livello e quindi fuori dal piano stradale e dal disordine (soprattutto in estate) della spiaggia, non è male. Isola dal contesto e mantiene l’attenzione concentrata sulla tavola. Arredo moderno in stile, confort assicurato e servizio affidato a Gianluigi Silvestri che finalmente si può esprimere in modo più compiuto. Il terremoto è stata sicuramente una disgrazia ma ha anche fatto conoscere a tanti Enrico Mazzaroni, che nel frattempo è andato in giro, e ne ha giustamente approfittato per incrementare il bagaglio tecnico. Altra annotazione: i prezzi sono aumentati da Montemonaco a qui, ma i menù degustazione da 44 a 66 euro sono tra i più competitivi d’Italia per quanto offerto. Venendo alla cucina, abbiamo assaggiato il percorso più lungo e non sono state poche le soddisfazioni: bello il plateau iniziale del benvenuto, notevoli le frattaglie di mare in salsa bernese, le melanzane al miso e sakè, la pajata con senape e miele. Una cucina che si fa apprezzare anche per l’intelligenza e l’attenzione con la quale si rivolge spesso agli ingredienti più umili. Bene ancora l’elegante e buona minestra della Nonna Caterina, mentre qualche maggiore incertezza negli equilibri dei vari sapori l’abbiamo trovata nelle cozze e carote, nel brodo di triglie e albicocche, nei bottoni al tarassaco.