Il menù di Enrico Crippa

Una lunga sequenza di una trentina di assaggi che ci riporta ai ricordi del Bulli, una serie incredibile di accostamenti, virtuosismi, trompe d’oeil, che si alternano facendo a gara per lasciare un ricordo migliore. Ed è una dura lotta tra i tanti. La tavolozza dei sapori e colori è ampia, basterebbe pensare solo alle tipologie di cialde e cialdine alle quali erano affidate le sensazioni croccanti, fatte e servite in tante sfumature. Grande e bella la varietà delle foglie e degli aromi, molti dei quali provengono ormai dal celebrato orto della Tenuta Ceretto, ridotto (pensiamo che in estate sarà diverso) l’utilizzo del pesce poco presente in carta, largo spazio alle verdure (dal carciofo ai cavoletti di Bruxelles) e alle insalate di ogni varietà. Tutte cose giuste, semmai lamentiamo la poca presenza dei primi, affidati al solo riso rosa e gamberi (buono anche se leggermente dolciastro) che per altro non è nemmeno venuto in foto e quindi non risulta nel post. Crippa merita veramente l’alta considerazione che se ne ha, come un orologio arrivano gli assaggi, perfetto il ritmo, preciso il servizio e, ci ritorniamo ancora, la sequenza dei finger food è varia e fulminante. Bella chiusura anche con la pasticceria finale nella quale spicca il bellissimo omaggio a Matisse.

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