Peccato solo che i piatti non siano all’altezza del resto, che è stellare: la location, la terrazza panoramica, l’arredo e la mise en place, l’accoglienza e il servizio. Bruno Borghesi ha costruito negli anni un Mirabelle da prendere esempio per l’ambiente e l’atmosfera che ha saputo creare, per il bon ton che si respira, volutamente un pò retrò. Avremmo gradito una cucina ben presentata, ma leggera ed elegante, ed invece i piatti si alternano con un decandentismo barocco che nel migliore dei casi (gli gnocchi) rende il piatto almeno piacione, ma il più delle volte il palato rimane aggredito e confuso. Meglio i dessert affidati al bravo Sebastien. Ma resta il fatto che una serata in questa terrazza permette non solo di sfuggire all’afa, ma ti riconcilia con le buone maniere che troppo spesso sembrano perdute in questa Capitale un pò allo sbando. Bruno Borghesi ci ha detto che a fine anno lascerà il Mirabelle e ogni attività così impegnativa. Quel giorno perderemo una delle figure che hanno segnato in positivo la storia della ristorazione romana e non solo, e che , temo, rimpiangeremo a lungo.